2014
Infografica: Premier e Serie A vincenti ai Mondiali
Vincono i campionati, non le rispettive nazionali: ecco chi e come è rappresentato agli ottavi
PREMIER SERIEA CAMPIONATO MONDIALI BRASILE 2014 – Italia ed Inghilterra non hanno fallito a questi Mondiali. Permetteteci di spiegare meglio, prima di darci dei pazzi: gli italiani e gli inglesi hanno miseramente fallito, venendo buttati fuori nella fase a gironi da Costa Rica ed Uruguay, ma non l’Italia e l’Inghilterra intese come campionati. Tutt’altro anzi, se vogliamo dirla proprio tutta tutta, prendendo in esame le sedici squadre qualificatesi agli ottavi di finale della competizione, Premier League e Serie A fanno la loro porca figura, che non è necessariamente un bene per il movimento calcistico nazionale.
SE NON E’ ZUPPA… – Avere portato molti giocatori provenienti dai propri campionati alla fase finale di un Mondiale significa necessariamente una delle ipotesi (o anche entrambe insieme): o sei stato così tanto bravo da sceglierti i giocatori migliori in giro per il mondo, tanto da farli poi sbocciare in nazionale, oppure hai così tanti giocatori stranieri da aver del tutto trascurato i tuoi, che infatti, messi alla prova, hanno fatto una magrissima figura. Non cercheremo risposte in questa sede, ma analizzeremo scientificamente i dati, ovvero i numeri, perchè quelli non mentono davvero mai.
LA PREMESSA – Prima una premessa: prenderemo in considerazione soltanto i campionati da cui sono provenuti i giocatori quest’anno, ovvero quelli in cui hanno concluso la stagione, non terremo quindi conto degli affari di mercato già conclusi e nemmeno dell’appartenenza specifica del cartellino di un giocatore, se in prestito, ma semplicemente del campionato in cui ha chiuso la stagione 2013/2014 (esempio: Armero proviene dalla Premier League, sebbene il suo cartellino appartenga al Napoli ed abbia giocato lì la prima parte di stagione). Terremo conto di tutti i campionati europei più importanti: Premier League, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1.
IN CIMA AL MONDO – Ebbene, su 368 giocatori arrivati alla fase finale dei Mondiali brasiliani (23 giocatori a rosa, per 16 nazionali), ben 60 sono arrivati dalla Premier League e poco meno dalla Serie A (47). Tantissimi se si tiene conto che Inghilterra ed Italia non sono agli ottavi, privando entrambi i campionati, in totale, di circa 43 elementi (tutti i giocatori inglesi, giocano in Premier, mentre 20 dei 23 italiani, giocano in Serie A). Segue la Liga, con 36 elementi (ed anche qui, il crollo della Spagna ha inciso mica poco), 25 dalla Bundesliga e 24 dalla Ligue 1. Ben 76 sono proveniente da altri campionati (in special modo da Olanda, Portogallo ed altri campionati extraeuropei): significa che la somma dei giocatori agli ottavi del Mondiale che hanno giocato quest’anno tra Serie A e Premier League supera di gran lunga quella di molti altri campionati messi insieme. Altro dato interessante: ben 117 giocatori su 368 arrivati alla fase finale del Mondiale giocano nel proprio campionato di appartenenza (qualunque esso sia), ovvero giocano nel proprio Paese. Vi sembrano tanti? Sono meno della metà… Proviamo a tradure in percentuale:
RIO DE LONDRA – La domanda sorge spontanea: va bene, ma in che misura la varie nazionali agli ottavi hanno contribuito a questi dati? Ed in ogni singola nazionale, qual è il campionato più rappresentato? Partiamo dal Brasile: la maggior parte dei giocatori viene dalla Premier League, ovvero 6 su 23. 3 invece provengono dalla Serie A: Maicon (Roma), Henrique (Napoli) ed Hernanes (Inter). Non molti, 4, provengono dal campionato brasiliano, tra questi però solo Fred della Fluminense può definirsi un vero titolare. Alla voce altri campionati due pezzi grossi come Julio Cesar (Toronto) e Hulk (Zenit).
CILE LATINO – I cileni odiano i posti freddi, come la Germania e la Francia: non certo paesi prossimi al Polo Nord, sia chiaro, ma di sicuro più grigi rispetto ad altri posti. Ben 5 giocatori della nazionale di Sampaoli provengono dalla Spagna, ed altri 5 dal proprio campionato di appartenenza, quello cileno. Altri 4 dal nostro campionato: Isla e Vidal dalla Juventus, Carmona dall’Atalanta e Pinilla dal Cagliari. La maggioranza però provengono da altri campionati, perlopiù extra-europei.
COLOMBIA ITALIANA – E’ la nazionale rivelazione del Mondiale ed ha ben 6 giocatori provenienti dalla Serie A, tutti di altissimo livello: Zuniga (Napoli), Yepes (Atalanta), Zapata (Milan), Cuadrado (Fiorentina), Guarin (Inter) ed Ibarbo (Cagliari), quasi tutti ragazzi cresciuti calcisticamente nel nostro Paese e non da ieri. La maggior parte dei 23 colombiani proviene da altri campionati (sudamericani soprattutto), mentre dal resto d’Europa poca cosa, se si esclude la rivelazione James Rodriguez, che gioca in Francia, nel Monaco.
URUGUAY MADE IN ITALY – Tantissima Italia anche nell’Uruguay di Tabarez, che ha scelto 5 giocatori dei nostri campionati: Caceres della Juve, Gargano del Parma, Perez del Bologna, Gonzalez della Lazio e Hernandez del Palermo. E’ vero, in molti giocano in Sudamerica, ma a confronto il resto d’Europa è ben poca cosa, dimostrazione evidente di come i sudamericani in Italia siano tantissimi nonostante la limitazione degli extra-comunitari.
L’OLANDA O NIENTE – Molto interessante il dato dell’Olanda, una delle migliori nazionali di questo Mondiale, che ha deciso di puntari quasi esclusivamente su giocatori giovani provenienti dal proprio campionato, l’Eredivisie: quasi la metà della rosa. E’ vero, molti di questi tra qualche mese probabilmente emigreranno all’estero, ma per il momento ci sono. Parliamo di nazionali europee importanti e cala drasticamente il numero di “italiani”, uno solo: de Jong del Milan. 5 dalla Premier e nessuno dalla Liga: un segnale molto forte. Curioso notare come comunque nessuno dei veterani giochi in patria: oltre a de Jong, dicasi lo stesso di Robben (Bayern Monaco), Sneijder (Galatasaray) e Van Persie (Manchester United). Una generazione di campioni però quasi finita.
MESSICO, MESSICO E SOLO MESSICO – E’ forse una delle nazionali più atipiche del Mondiale: il Messico ha oltre la metà dei suoi giocatori provenienti dal proprio campionato (ben 15!), ma anche molti altri giocatori di questo Mondiale giocano da quelle parti, segnale evidente di come il campionato messicano stia crescendo a livelli altissimi e non è un caso che i verdi di Herrera siano stati tra i migliori in Brasile. Nessun messicano gioca in Italia, mentre l’eroe della nazione, Ochoa, proviene dall’Ajaccio, in Francia.
IN GIRO PER IL MONDO – Parliamo delle Cenerentola Costa Rica: nazionale farcita di giocatori semisconosciuti che giocano in giro per il mondo, un po’ ovunque. La maggior parte provengono da altri campionati, ma ben 9 dal campionato costaricano, a molti sconosciuto fino ad oggi. Ma se tanto mi dà tanto, visti i risultati, per assurdo quasi meglio di quello italiano… La stella Campbell, di proprietà dall’Arsenal, proviene dall’Olympiakos, quindi Grecia.
AUTARCHIA GRECA – Decisamente autarchica anche la nazionale greca, che ha ben 9 giocatori provenienti dal proprio campionato, negli ultimi anni, causa anche la crisi, molto meno farcito di stranieri… e i risultati pagano. Ad ogni modo è degnamente rappresentata l’Italia, secondo campionato più rappresentato in casa del c. t. Santos: Torosidis della Roma, Tachtsidis del Torino, Lazaros e Kone del Bologna, Moras del Verona e Fetfatzidis del Genoa. E dire che il prossimo c. t. potrebbe essere Ranieri…
E LA GRANDEUR FRANCESE? – Dimenticate i propositi di grandezza francesi ed anche la Guerra dei Cent’anni, perchè ormai la maggior parte dei giocatori francesi proviene dalla Premier League: dato sconcertante, ma assolutamente vero. Ben 10 giocatori francesi giocano oltremanica, mentre 8 in Francia. Con l’arrivo di capitali esteri, la Ligue 1 si è internazionalizzata, per il momento, risultati alla mano, non con esiti negativi. Un solo giocatore dal nostro campionato: è Pogba della Juve.
NIGERIA ZINGARA – Anche i giocatori della Nigeria sono girovaghi del mondo, o per meglio dire dell’Europa: molti di loro provengono da altri campionati, mentre 5 dalla Premier League ed altri 5, dato affascinante, proprio dal campionato nigeriano. Solo il laziale Onazi in rappresentanza del nostro campionato.
PROTEZIONISMO TEDESCO – Questo è forse il dato più stravolgente di tutti: la Germania, padrona fino a questo momento tra le europee in campo ai Mondiali, ha quasi la totalità della squadra che gioca in patria, in Bundesliga (16!). Sintomo evidente di come aver investito sul proprio vivaio e sul proprio calcio non abbia fatto altro che bene ai tedeschi, che possono permettersi di avere giocatori del Bayern Monaco e del Borussia Dortmund in rosa senza problemi. In pochi hanno deciso di emigrare, tra loro due nel nostro Paese: Mustafi (Sampdoria) e Klose (Lazio).
ALGERIA: TUTTI EMIGRATI – Solo un giocatore algerino gioca nel proprio campionato, uno dei portieri, Zemmamouche, mentre la maggior parte dei giocatori della nazionale africana hanno girato il mondo. Tra di loro anche 4 “italiani”: Ghoulam del Napoli, Mesbah del Livorno, Taider dell’Inter e Yebda dell’Udinese.
SERIE “A” COME “ARGENTINA” – Può essere un motivo d’orgoglio ed allo stesso tempo anche un motivo di riflessione notare come una delle favorite ai Mondiali abbia ben 7 giocatori che giocano in Serie A: Andujar del Catania, Campagnaro, Palacio e Alvarez dell’Inter, Biglia della Lazio, Higuain e Fernandez del Napoli. La truppa più corposa di argentini quindi proviene dall’Italia, senza dimenticare però i vari Messi, Di Maria, Mascherano ed Augusto Fernandez provenienti dalla Spagna.
SVIZZERI TEDESCHI – Pochi giocatori di questi ottavi del Mondiale giocano in Germania, ma quelli che ci sono, se non sono tedeschi (16), sono svizzeri (9). Un dato che lascia riflettere su come il calcio svizzero sia cresciuto a casa propria (7 giocatori provengono dal campionato svizzero), ma anche e soprattutto in Bundesliga e non è un caso che i crociati siano agli ottavi. Anche 5 giocatori della Serie A comunque sono nella rosa elvetica: Lichtsteiner (Juve), Ziegler (Sassuolo), Behrami, Dzemaili ed Inler (Napoli).
BELGIO INGLESE – Chissà quanto gli inglesi si mangeranno le mani nel vedere la propria nazionale andare a casa e quella belga andare avanti: sì, perchè quasi la metà dei “Diavoli Rossi” (11) proviene dalla Premier League, un dato che spiega perchè molti dei giovani belgi siano già così pronti a giocare ad alti livelli. Per il resto, equa distribuzione tra i vari campionati e c’è anche un giocatore della nostra Serie A: Mertens del Napoli.
CRESCITA SFRENATA USA! – Ed anche questo è un dato su cui riflettere moltissimo: non è più il campionato delle vecchie cariatidi che terminano la carriera, la MLS ora è un signor campionato da cui provengono ben 10 giocatori della nazionale statunitense. Gli americani investono sul calcio, prendono giocatori dall’estero per insegnare ai propri ed i giovani non sono più costretti ad emigrare come un tempo. Nessuno di loro gioca in Italia, ma qualcuno in Premier e in Bundesliga.
IN CONCLUSIONE – Come detto: non ci arroghiamo il diritto di dare risposte a domande molto complesse, ma qualche considerazione va comunque fatta.
– La meta preferita dei sudamericani è l’Italia: ci arrivano giovani, quando costano molto meno di un giovane del nostro Paese, qui crescono e acquisiscono esperienza internazionale in un campionato nettamente più competitivo di qualsiasi altro del Sudamerica.
– Campionati scarsamente competitivi, come quelli sudamericani o africani, vengono snobbati da chi vuole emergere: per questo l’Europa è sicuramente culla di molti talenti sconosciuti che poi proprio dal Mondiale acquisiscono fama.
– Campionati molto competitivi non investono su giocatori esteri, ma preferiscono formare i propri giovani, lasciandoli partire magari solo in un secondo momento. Dove c’è un progetto, non c’è volontà di emigrare a tutti i costi.
– E’ anche vero il contrario: campionati troppo autarchici rischiano di impoverirsi tecnicamente. Nel mondo globalizzato anche il calcio deve aggiornarsi continuamente: Inghilterra, Italia e Spagna pagano questa eccessiva dipendenza da sè stesse.
– Campionati in via di sviluppo (USA, Svizzera, Messico) tendono a puntare sulle proprie risorse, non potendo fare diversamente.
– Più della metà dei giocatori alla fase finale di questo Mondiale gioca lontano da casa: è un dato sull’emigrazione se possibile anche superiore alla media globale di chi va via di casa per lavorare o studiare altrove. In sostanza: i calciatori emigrano più della media degli altri lavoratori, ma non tutti sono ricchi ed affermati professionisti quando questo avviene.
– Più un campionato è farcito di stranieri, meno paga a livello di risultati la propria nazionale.