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2014

Il Mondiale delle stelle: 5 su tutte, 3 del Barcellona che non ha vinto nulla

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Ecco chi può spostare gli equilibri di Brasile 2014, con il permesso degli outsider

MONDIALI BRASILE2014 TOP PLAYER – La Coppa del mondo è per antonomasia la manifestazione delle stelle: la storia ci insegna che a deciderla sia proprio il talento, il colpo del campione, l’ispirazione che spetta a pochi. E’ stato così ai tempi di Pelè, Maradona, Zidane, Ronaldo e perché no di Iniesta. La decidono loro insomma, ma oggi? Ecco la ristretta lista di uomini in grado di alterare l’equilibrio di Brasile 2014.

NEYMAR JUNIOR DA SILVA – Sì, lo inseriamo per primo e buona parte di voi non sarà affatto d’accordo con la decisione. Ma a bocce ferme è il suo Mondiale: la Coppa si gioca in Brasile, la patria del calcio, ed è lui a dover ispirare un Brasile mai così solido difensivamente ma poco talentuoso. Responsabilità enormi sulle spalle di chi deve esaltare la manovra offensiva con genio e talento ma soprattutto accontentare il palato di una platea a cui non basta soltanto vincere ma che pretende di farlo incantando. Ad oggi, con quella maglia addosso, Neymar ha dimostrato di non tremare e saper reggere la pressione. Certo, ora c’è il Mondiale… non ci resta che aspettare.

LIONEL MESSI – Quattro volte pallone d’oro, ha vinto tutto e si è ripetuto con la maglia del Barcellona: in Argentina però non è particolarmente amato e quando in patria sentono parlare del confronto con Maradona se la ridono. O  si arrabbiano sul serio. Poco da fare: la storia del calcio è fatta di numeri uno e due, se l’ambizione della Pulce è quella di diventare insindacabilmente il più forte al mondo dovrà guadagnarsi la legittimazione nella sua terra nativa. Tradotto: è chiamato a vincere il Mondiale. In Brasile, sotto gli occhi degli eterni rivali. Lì non ci sarebbe più storia ma tra il dire e il fare…

ANDRES INIESTA – Se ci avete fatto caso sono tutti del Barcellona. Squadra che quest’anno non ha vinto nulla: bravo Tata Martino, bravo! O si sono mantenuti proprio per il Mondiale? Andrès Iniesta, sì, perché è lui ad elevare lo straripante talento di una nazionale che vince tutto da sei anni ad oggi. Imbattibili: fu il fenomeno spagnolo a decidere nell’overtime la finale dell’ultima edizione – la prima africana – ed è sempre l’Illusionista chiamato a garantire proficuità quando ce ne sarà bisogno. Perché il rischio che corre la Spagna è proprio quello di specchiarsi nella sua ammaliante bellezza.

MARCO REUS – E’ la traiettoria di crescita che lo spinge a rientrare nella Golden List: la sua Germania è una squadra surreale per capacità di combinare sostanza e qualità, equilibrio e talento, corsa e lucidità. Ma lo abbiamo premesso inizialmente: il Mondiale è storia di campioni. Di fuoriserie. E il fuoriclasse di questa Germania è proprio lui: banco di prova fondamentale per un calciatore classe ’89 e dunque giovane ma già esperto.

CRISTIANO RONALDO – Nessuno l’aveva dimenticato. Figurarsi, impensabile eludere l’attuale Pallone d’oro da un discorso del genere: Cristiano Ronaldo è allo stato dei fatti il miglior calciatore al mondo ma può pagare una condizione fisica non ottimale – in recupero da acciacchi muscolari patiti nello scorcio finale di stagione – e la circostanza di essere il leader di una squadra non propriamente candidata a dettare la voce grossa. Nazionale forte, di valore, ma con almeno quattro realtà nettamente più strutturate: dunque il rischio di tramutarsi in signor nessuno è altissimo, altrimenti ci ritroveremo a parlare dell’ennesimo miracolo di un campione fuori dalla norma.

GLI OUTSIDER – Dipenderanno totalmente dall’andamento della competizione: nel senso, il nome può uscire dalla squadra che più delle altre riuscirà a sorprendere tutti in terra brasiliana. E dunque spazio ai vari Balotelli (Italia), Suarez (Uruguay), Rooney (Inghilterra), Pogba (Francia), Hazard (Belgio), Martinez (Colombia) e chi più ne ha ne netta. Del resto soltanto otto anni fa, nel memorabile trionfo italiano di Germania 2006, fu il Mondiale di un tale Fabio Grosso. E non c’è spazio più aperto ai sogni di questo.