2012
Juventus, Marchisio: ?Inter, hai riacceso la nostra luce?
JUVENTUS MARCHISIO – Ci sono sconfitte che, per quanto amare, possono segnare in positivo un percorso e ridarti quelli stimoli che hai perso per strada: questo potrebbe essere il caso della Juventus. Ha parlato anche di questo Claudio Marchisio nell’intervista rilasciata per Tuttosport.
Buongiorno Marchisio, cosa è successo dalla partita contro l’Inter a quella contro il Nordsjaelland?
«Abbiamo sicuramente riflettuto, ci siamo fatti delle domande e nella partita contro il Nordsjaelland abbiamo dato delle risposte soprattutto a noi stessi. E penso che la cosa migliore capitata mercoledì sia stata la totale concentrazione sulla Champions, scordando il campionato».
Quella con l’Inter è stata una sconfitta salutare?
«Ha riacceso in noi quella luce, quella cattiveria in più, quel ritmo che mancava da diverse partite. In Coppa si è rivista la Juve dell’anno scorso: stessa rabbia, stessa convinzione. Ma se è stata veramente salutare chiedetemelo dopo il Pescara, perché se la reazione è durata solo in coppa non possiamo definirla una sconfitta salutare».
Era finita la fame?
«Non parlerei di fame… Il fatto è che, dopo un periodo così lungo senza sconfitte, magari nutrivamo un po’ troppa fiducia in noi stessi. Non dico che avessimo preso la partita sotto gamba, ma certamente contro l’Inter non eravamo troppo sicuri di vincere, non abbastanza aggressivi nel recupero del pallone e concedevamo più del solito. Ed è cambiato tutto contro il Nordsjaelland, squadra che non è così scarsa come l’hanno descritta».
Probabilmente ha ingannato il facile 4-0, ma in definitiva il Nordsjaelland com’è?
«Non è una squadra conosciuta, ma merita di giocare in questa Champions e l’ha dimostrato contro di noi all’andata e pure contro lo Shakhtar e il Chelsea. Hanno un possesso palla efficace e, a dispetto dei risultati, nessuno è riuscito a vincere senza faticare».
Dopo l’Inter avete finalmente sperimentato la famosa ira di Conte post sconfitta?
«Siamo stati fortunati che è arrivata immediatamente la Champions. Non abbiamo avuto modo di rimuginare troppo, sia con l’allenatore che fra di noi. Giocare ogni tre giorni è un vantaggio in questi casi, perché ti dà subito l’energia e le motivazioni per tirarti su».
Ma Conte era furioso o no?
«Lui come noi. E abbastanza logico, no? Non fa mai piacere perdere contro l’Inter o contro una diretta concorrente per lo scudetto».
Come immagina Juve-Chelsea?
«Beh, innanzitutto immagino Pescara-Juve e Juve-Lazio che precedono la partita, perché il campionato è importante e combattuto. Contro il Chelsea, comunque, dovremo giocare come all’andata. Perché se è vero che siamo finiti sotto per 2-0 senza sapere, dobbiamo ripetere l’ottima prestazione e soprattutto la grande reazione che abbiamo avuto. Noi dobbiamo vincere, non dobbiamo fare calcoli e non penso che ne faranno pure loro».
Se il Chelsea perde è fuori.
«Questi sono problemi del Chelsea (ride, ndr ). Noi pensiamo solo a vincere».
Mercoledì ha segnato il suo primo gol in Champions: sapore particolare?
«Lo cercavo. E sono felice di averlo trovato. Era un periodo che non voleva entrare».
Ormai parla come un attaccante… I bomber alla Juve siete voi centrocampisti!
«No, no! (ride, ndr ) Non cerco il gol e non è mai stato un problema non segnare. Se pensate che all’inizio nell’anno della B e nella prima stagione in A non segnavo mai, ma ero sereno. E lo sono anche adesso: quello che conta è sempre e solo il risultato della squadra».
Magari è più contento per il gol del suo amico Giovinco, dopo tante critiche.
«Gli attaccanti hanno bisogno del gol più di me. Per loro è una liberazione mentale e il gol li rende più sereni. Anche se va detta una cosa sui nostri: danno sempre moltissimo alla squadra. Se, per esempio, riusciamo a pressare così bene non è merito dei centrocampisti o difensori, ma parte tutto da loro. Se riescono a mettersi nella posizione giusta, come chiede il nostro allenatore, tutto funziona meglio: ma così facendo spendono molte energie e magari non arrivano lucidi sotto porta. In Europa ci sono – sì – squadre che segnano molto con gli attaccanti come il Real, ma anche quelle che sfruttano gli attaccanti per i loro movimenti, utili ad aprire le difese. A quel punto i gol li fanno pure centrocampisti e difensori».
Certo, un errore come quello di Matri contro il Nordsjaelland rimane impresso…
«Sono situazioni in cui si decide da che parte andare in un millesimo di secondo. Alessandro aveva deciso bene, tant’è che ha saltato il portiere, ma è stato sfortunato perché il difensore ha seguito l’azione. Tante volte capita che con l’avversario lanciato a rete così solo, il difensore si ferma e dice: che se la veda il portiere! Stavolta, invece, il danese ci ha creduto…»
Lo Stadium, tuttavia, ha reagito molto bene a quell’errore: neppure un fischio,
ma un coro di incitamento per Matri. Roba da spalti inglesi…
«I nostri tifosi hanno capito come giochiamo e sanno benissimo quando devono sostenerci. C’è grande sintonia».
Con l’Inter sarà un duello più appassionante o polemico?
«Io spero appassionante, anche se nel nostro Paese sembra che piacciano di più le polemiche …».
Tu guardi qual è l’arbitro della partita?
«Mai. Lo scopro prima della gara, ma non è una cosa che mi appassiona più di tanto».
Qualche anno fa la chiamavamo: il Gerrard di Andezzeno. Ora c’è Pogba e l’accostamento a Vieira: che consiglio si sente di dare al suo giovane collega?
«Io mi sono sempre ispirato a Gerrard e sono felice di aver avuto quel punto di riferimento. Quando arrivano questi accostamenti è un bel segnale, significa che sta facendo bene, l’importante è non montarsi la testa. Ma non si corrono rischi: ha la testa sulle spalle. Deve stare sereno ha delle doti fisiche che ricordano Vieira, tecnicamente è forse pure più forte, ma la carriera di Vieira deve ancora farla! Ha un futuro roseo, vedo in lui la giusta sfrontatezza che non è arroganza, ma coraggio. Non ha paura di mettersi in mostra, di osare, ma è umile. Vuole giocare sempre e io gli dico: tranquillo Paul, occasioni non ti mancheranno. E maturo: all’estero è più facile crescere, forse perché ci sono meno pressioni che da noi».
Pogba è coetaneo di Verratti: ha fatto bene la Juve a scegliere il primo?
«Sono completamente diversi. Paul può fare ogni ruolo a centrocampo, Verratti è più regista. Mi spiace vederlo al Psg, ma sono sicuro di una cosa: sarà la sua fortuna. In Italia avrebbe rischiato di perdere occasioni importanti».