Lucescu: «Che bidoni Zè Elias e Gilberto!» - Calcio News 24
Connect with us

2015

Lucescu: «Che bidoni Zè Elias e Gilberto!»

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

lucescu ifa

Il tecnico dello Shakhtar Donetsk parla anche di Luiz Adriano

Tanti i talenti che ha accompagnato nel corso della propria carriera, ultimo ma non ultimo Luiz Adriano, l’attaccante finito al Milan, ma l’allenatore dello Shakhtar Donetsk Mircea Lucescu ha avuto anche a che fare con giocatori un po’ più particolari, come Taribo West ai tempi dell’Inter. Intervistato oggi il tecnico rumeno, ex indimenticato (ma non vincente) allenatore nerazzurro, è tornato su alcuni dei giocatori più significativi avuti in carriera: tra di loro anche Zè Elias, mezzo bidone della prima Inter di Massimo Moratti, Gilberto, meteora nerazzurra, ed il grande Ronaldo, il “Fenomeno”. Il racconto però parte proprio dalla fine, ovvero da Luiz Adriano…

SHAKHTAR: LUCESCU SU LUIZ ADRIANO – «Arrivò da noi a 19 anni, lo vidi e dissi: “Questo non è un giocatore”. Aveva poca qualità ma un enorme desiderio di emergere. E infatti si è impegnato molto e lì ho iniziato a vederci un diamante grezzo. In estate ho spinto perché andasse subito al Milan e ora si fa valere: forza fisica, reattività, gran stacco di testa, il migliore che abbia mai visto nel proteggere palla», le parole di Lucescu a La Gazzetta dello Sport. Inizia quindi il viaggio nel passato, nei tantissimi giocatori avuti ai tempi dell’Inter.

LUCESCU: RONALDO, ZE’ ELIAS, GILBERTO E L’INTER – «Ronaldo? Ancora mi ricordo di quando prendeva di mira West, lo metteva a terra con tre finte e tutti ridevano. Spesso i talenti più sono grandi e più sono difficili da gestire e le sue scappatelle erano leggendarie. Se avesse avuto la forza di gestire il suo peso l’avremmo visto molto di più. Peccato, era come Leo Messi o Cristiano Ronaldo. Anzi, aveva qualcosa di tutti e due – ricorda Lucescu – . Zè Elias? In spogliatoio era un comico, grandissimo imitatore, lo amavano tutti. Ma poi in campo aveva la stessa superficialità. Nel 1999 all’Inter proprio lui avrebbe potuto salvare tutto: eravamo 1 – 0 con il Manchester United, arrivò davanti al portiere e sbagliò un gol incredibile. Se fossimo passati sarebbe cambiata la sua vita, la mia, quella di tutti. Poi dovetti dare le dimissioni». Chioda su Gilberto: «Premessa: io faccio giocare tutti, per valutare bene uno devi vederlo. E in quell’Inter c’era un gruppo brasiliano forte, che faceva capo a Ronaldo e spingeva per lui, una specie di lobby. Così lo misi in campo, ma fece male. Col Parma in Coppa Italia eravamo 0 – 0, entrò e perdemmo con due errori suoi. Uguale contro la Sampdoria. Con lui ho rischiato, e ho pagato».