Tempo, lavoro e UMILTA' di tutti (nessuno escluso): ciò che serve all'Atalanta per risollevarsi
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Tempo, lavoro e UMILTA’ di tutti (nessuno escluso): ciò che serve all’Atalanta per risollevarsi

Avatar di Filippo Davide Di Santo

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L’Atalanta pecca di umiltà in campionato: serve pazienza, tempo, ma soprattutto quella testa determinante nel bene e nel male

Tratto della personalità connotata da superbia o eccessivo orgoglio, sfidando ciò che è divino, riferito ad un atto compiuto per effetto dell’arroganza. Definizione wikipediana del termine Hybris, nella quale l’essere umano si vantava di essere più grande degli Dei: peccato che più alta diventava questa vanità, più alta e dolorosa diventava la caduta.

L’Atalanta si è macchiata di Hybris dove stavolta era la Dea a credersi più grande degli umani a tal punto da cadere inaspettatamente contro il Como. Premessa: quella di martedì non è stata né la prima né l’ultima volta che la Dea affronta con presunzione e poca voglia una partita non di cartello, così come un match sbagliato non sentenzia un campionato, seppur il “come” faccia sempre la differenza.

Una situazione dove il centrocampo non filtra e recupera palloni, l’attacco è confuso, dietro si è la peggior difesa della Serie A, sulle fasce si fa il bello e cattivo tempo e un Gasperini che non è esente da colpe non soltanto per certe scelte rivedibili (togliere Retegui e riadattare Samardzic giocando come se avessi un centravanti quando lo hai tolto non è stato il massimo), ma anche per la mentalità: se i giocatori devono stare al ritmo del tecnico, dall’altra parte la testa di una squadra è lo specchio del suo allenatore nel bene e nel male.

L’allenatore in conferenza stampa è stato chiaro e oggettivo: tempo e lavoro sono gli ingredienti di questa squadra con l’ingresso di nuovi elementi tanto forti quanto da sgrezzare (seppur di caratura europea e che conoscono il campionato italiano), ma soprattutto quell’umiltà di saper affrontare ogni avversario con gli stessi stimoli senza lasciare nulla per strada. Tale aspetto lo si riscontrò l’anno scorso dove vengono in mente il 3-0 di Torino e i punti lasciati per strada con le piccole (per questione di testa) per poi in Europa League dare il meglio: riuscendo nei mesi successivi a maturare e mettere due piedi in due scarpe.

Tante volte si è peccati di Hybris, tante volte l’Atalanta di Gasperini ha reagito nella maniera migliore. Serve come sempre equilibrio, pazienza e dall’altra parte una buona dose di umiltà e lavoro da parte di tutti. Si vince e si perde insieme, dove serve reagire compatti in campionato: considerando che le motivazioni necessitano di essere le stesse dimostrate in Europa.