Buon compleanno a... Andreas Christensen
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Buon compleanno a… Andreas Christensen

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Compie oggi 27 anni Andreas Christensen: una carriera internazionale in cui ha più volte flirtato con l’Italia senza mai arrivarci

Oggi Andreas Christensen compie 27 anni. Molti dei quali trascorsi sui campi di calcio, senza passare per inosservato, sia quando gioca nel club che in nazionale. Si pensi al Mondiale 2022, giusto per fare l’ultimo episodio di una certa rilevanza. La sua Danimarca affronta la Francia nella seconda giornata del girone. Impegno difficile, per essere diplomatici, sarebbe più corretto dire proibitivo. Anche lui, tanto per definire il carattere, non è uno che accetta tranquillamente i rapporti di forza teorici e prima della sfida con l’Inghilterra agli Europei di un anno prima era stato esplicito nella sua convinzione: «Non penso che noi siamo inferiori a loro». E non aveva torto, visto che Kane arrivò a giocarsi la finale contro l’Italia solo riuscendo a prevalere nei tempi supplementari. Ebbene, in Qatar le cose non si sono messe bene per la sua nazionale, fermata sullo 0-0 nella gara d’esordio dalla Tunisia. Colpa anche di quel palo colpito da azione d’angolo da parte di Cornelius, trovato libero alla battuta da pochi passi proprio da una spizzata di Andreas. Mbappé diventa pertanto la prova della verità. E solo a dirselo, vengono i brividi. Anche perché Kylian recita perfettamente la sua parte e porta in vantaggio Les Bleus nella ripresa. Sette minuti e la risposta arriva proprio da lui. Ancora una volta da corner, stavolta a parti rovesciate, è lui ad approfittare dell’aiuto di un compagno e a infilare Lloris con uno colpo di testa. Sarà l’unico gol della Danimarca nella competizione, che si arresta dopo solo 3 partite. Non che sia consolante, ma fa capire il soggetto, per intenderci.

In questi anni, se anche solo avete respirato un po’ di calcio internazionale, Christensen lo avete incrociato e non una volta sola. Attualmente gioca nel Barcellona, ultima tappa a comporre un mosaico che lo ha visto approdare in Liga dopo che ha conosciuto la Bundesliga con il Borussia Monchengladbach e la Premier League con il Chelsea. É a Londra che è approdato giovanissimo, più di 10 anni fa, anche in quel caso con una convinzione piuttosto forte: «Ho scelto il Chelsea perché gioca il calcio che mi piace e al tempo stesso mi hanno offerto le migliori prospettive per la mia carriera».

L’Italia poteva essere presente nella sua vita, in maniera più corposa dall’averla incontrata sotto forma di avversaria nelle coppe europee. O anche dall’avere avuto a che fare con due mister non esattamente teneri e con i quali non ha avuto un grande rapporto, rispondenti ai nomi di Antonio Conte e Maurizio Sarri. La questione è che di lui si è parlato come di un possibile acquisto non a tutte le estati di mercato, ma quasi. In stretto ordine cronologico, la prima a pensare a lui è la Sampdoria.

I blucerchiati devono salutare Alessio Romagnoli e vorrebbero puntare su un prospetto giovane e di ottime referenze. Dopo l’esperienza in Germania e il ritorno al Chelsea, è la Roma ad interessarsi a lui, convinta da quanto ha visto nei suoi primi passi in un calcio competitivo. Tocca poi all’Inter farsi sotto. E stavolta si parla di uno scambio tra giocatori non dello stesso ruolo.

Antonio Conte vorrebbe portare in Inghilterra il nerazzurro Candreva. E a Milano, allora, fanno un po’ di conti e pensano che con la stessa cifra possono avere in cambio il difensore danese, evidentemente ritenendo più urgente una correzione in quel reparto.

Se l’Inter si muove, il Milan non sta fermo. Un po’ di mesi dopo, quando in casa Chelsea c’è Sarri e le partite di Andreas non sono tantissime col nuovo mister, iniziano a pensare seriamente che sia il caso di prendere informazioni con Marina Granovskaia per capire se l’affare può andare in porto.

Si chiude infine con la Juve, che lo considera il sostituto ideale di Benatia quando il marocchino lascia il calcio europeo.

Oggi Christensen è a Barcellona, mentre al Chelsea ha fatto appena ritorno Frank Lampard. Uno che tre anni fa – non una vita, anche se il calcio va veloce -, lo definì così: «Un giocatore con un’ottima struttura fisica e grande qualità nel giocare il pallone. Se migliora sotto alcuni aspetti è un difensore fantastico».