2014
Cagliari, Riva: «Io in società? Devo pensarci»
CAGLIARI RIVA – Gigi Riva ha rilasciato una lunga intervista a Il Fatto Quotidiano, spaziando dalla politica al calcio, passando per la sua Cagliari, città nella quale Rombo di Tuono vive tutt’oggi: «Cagliari oggi, come tutta la Sardegna, è povera, anzi impoverita, negli ultimi anni s’è sfaciato tutto. Se i politici sardi avessero un residuo di dignità restituirebbero i vitalizi alla Regione, incredibile, si sono assegnati uno stipendio tra i più alti in Italia. Siamo quattro gatti e ci facciamo la guerra tutti i giorni».
SCUOLA CALCIO- Prosegue il racconto: «Aprimmo la “Scuola calcio Gigi Riva” nel ’76, fu la prima in Italia. È un servizio, da noi chi non può pagare non paga, tutti devono poter giocare a pallone. Oggi un ragazzo se vuole fare il calciatore deve chiudere a chiave il padre. Il chiodo fisso del genitore è allargare il giro d’affari, il primo contratto da professionista. In campo invece non basta la disciplina, il segreto è correre sapendo dove andare. Qualcuno deve dire al ragazzo che si può arrivare secondi, è che se un giorno non giocherà in Serie A comunque ci avrà provato. Per migliorare è fondamentale l’esercizio quotidiano. Io con il piede destro salivo a fatica lo scalino del tram, Silvestri e Tognon mi misero davanti a un muro per mesi, al primo anno di A segnai un gol di destro alla Juve. Io non sono un riferimento in questo, ma dico ai ragazzi di non fumare. Zeman farà un mazzo così ai giocatori, scherzo. Lui è un educatore, Giulini mi ha chiesto di dare una mano in società, devo pensarci».