Cancelo style tra magie e dormite: quando attaccare conta più di difendere
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Cancelo style tra magie e dormite: quando attaccare conta più di difendere

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Joao Cancelo

Il terzino portoghese è il perfetto prototipo del moderno esterno europeo: devastante in fase offensiva, lacunoso dietro. Ad Allegri, per il momento, piace così

Che sarebbe stata una Juventus dallo spirito più spavaldo ed internazionale lo si era capito già una manciata di settimane fa. Andrea Agnelli vola in Grecia a Costa Navarino per strappare il sì definitivo di Cristiano e, simultaneamente, sussurrare nelle grandi orecchie della Champions: «Quest’anno ti vinco io, lo giuro». E sembrava per davvero essere questo l’atto più europeo che i bianconeri potessero concepire in vista della stagione ventura. Almeno prima di assistere alle prestazioni di Joao Cancelo in bianconero.

Chievo e Lazio: luci e ombre di Cancelo

Marotta e Paratici, per la bellezza di 40 milioni di euro, si sono andati a comprare dal Valencia un terzino che ama attaccare almeno quanto odia difendere. Che poi le caratteristiche del portoghese classe ’94 erano chiare fin dall’inizio: viste e riviste nell’arco di tutta la stagione interista. Da una parte tecnica fantastica, facilità e qualità di cross, ottime doti aerobiche; dall’altra difficoltà ad affrontare l’uomo, tendenza alla disattenzione, intensità di marcatura troppo leggera per la Serie A. Niente di più, niente di meno di quanto ammirato nelle prime due giornate in maglia Juve. Col Chievo, a dirla tutti, si è visto soltanto il lato oscuro del giocatore: orripilante il modo in cui prima affronta e poi atterra Giaccherini in area. Allo Stadium, contro la Lazio, spazio alla classe di un ragazzo che salta l’uomo quando e come vuole. Vedasi le due giocate, totali, con cui fa rimpiangere a Lulic di aver scelto, da bambino, il calcio come sport: un tunnel e un elastico con l’interno che solo lui sa come. E poi c’è l’assistenza di qualità assoluta: rifiutata da Ronaldo, riciclata da Mandzukic.

Allegri, per il momento, se lo coccola

La tendenza è quindi chiara: la Juve si è allineata su quelli che sono gli standard degli altri top club europei (vedi Real, Bayern, City, Barcellona). Dove i terzini fanno le ali e la fase difensiva, a volte, va proprio a farsi benedire. Viene da pensare che ad Allegri, per il momento, possa andare bene così. Il tecnico livornese, in data 29 luglio, gli aveva già concesso la prestigiosa investitura: «Joao può diventare il migliore nel suo ruolo». Come a dire: se questo inizia anche a difendere diventa un’ira di Dio. Dopo il match del Bentegodi il nuovo consiglio: «Ha sbagliato, ma non voglio vedergli abbassare la testa». Max ha grande pazienza e intanto ci lavora. A uno che fa giocate così (video sotto), qualcosa si può anche perdonare, no? Sempre per ora, sia chiaro, che pare bello lasciarsi trascinare dal nuovo vento europeo e godersela pure.