2014
Empoli, Corsi: «Valorizzare i giovani? Noi abbiamo il miglior modello»
Le parole del presidente del club toscano sulla ricetta per risolvere la crisi del calcio italiano.
CALCIOMERCATO EMPOLI CORSI – Invitato a Coverciano nei giorni scorsi come relatore del corso allenatori, Fabrizio Corsi ha parlato della crisi del calcio italiano e della ricetta adottata dall’Empoli per far di necessità virtù: «La dimensione dell’Empoli non è la serie A, forse siamo qui di passaggio. L’importante è saperlo, e lo hanno capito anche i tifosi. Ma non siamo in A per caso: negli ultimi due anni in B abbiamo totalizzato 145 punti, pur cedendo Saponara e Regini. Valorizzare giovani? E’ nel nostro dna, perché questo ambiente consente ai giovani di sbagliare. Per il vivaio investiamo 2 milioni di euro, il 20% del nostro budget, mentre in Italia mediamente si investe il 2-3% del bilancio, e in Europa non si arriva al 5%. E con il vivaio si sistemano i conti. Se Barcellona e Bayern sono ricche di giocatori cresciuti in casa, perché non si può fare anche in Italia? Portiamo in Italia stranieri normalissimi, mentre in B l’anno scorso c’erano almeno 30 giocatori che sarebbero stati protagonisti in A. Il mio modello è il Torino dell’ultimo scudetto, con mezza squadra costruita in casa», ha dichiarato il presidente del club toscano, come riportato da “Tuttosport”.
I LEGAMI – Corsi ha parlato poi di tre uomini simbolo dell’Empoli, cioè i giocatori Tavano e Maccarone e l’allenatore Sarri: «Il legame è particolare, per loro l’Empoli è una questione di pelle, non sono semplici professionisti, mettono in campo lo spirito dei tifosi. Li scoprimmo in C, li lanciammo, e dopo una decina d’anni in club ad alto livello, sono tornati volentieri. Non è detto che sia una formula ripetibile, non è immediato il passaggio dall’alto livello ad un ambiente magari con 3.000 persone in serie B. Mi auguro che Maccarone resti con noi, sta parlando con la Sampdoria: vorrebbe giocare qui una serie A che si è meritato. Sarri? E’ il direttore d’orchestra, e non solo durante le partite, perché Sarri e il suo staff sono decisivi nella formazione dei calciatori. Con loro e con l’opera del direttore Carli, siamo convinti che il lavoro pagherà anche in A. Servirà l’atteggiamento giusto, soprattutto nella sconfitta».
MERCATO – Infine, l’attenzione si sposta sul mercato e i rinforzi, ma prima il patron ha parlato dei prospetti valorizzati finora: «Tutti conoscono Rugani, e siamo felici di potercelo godere per un altro anno prima del futuro alla Juventus. Lo stesso Hysaj è un giovane di valore. Il futuro è nelle loro mani, hanno qualità ed entusiasmo. Abbiamo altre cartucce da sparare tra i ‘95 e i ‘96: Piu, Agrifogli, Bachini che viene da due infortuni, solo per fare qualche nome. Cosa manca alla rosa? Un trequartista, due centrocampisti, un difensore e un portiere. Dovremo colmare il gap a livello atletico, la nostra è una squadra leggera e basata sul palleggio. Mondiali? A quel livello gli affari li fanno i grandi club. I nostri Mondiali sono gli Under 20, dove chi ha la vista lunga prende giocatori a un milione, e un giorno ne incasserà 20».