Germania, Bierhoff: «Noi come l’Italia del 2006» - Calcio News 24
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2014

Germania, Bierhoff: «Noi come l’Italia del 2006»

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Il dirigente tedesco sul Mondiale: «Il successo vero è solo con la coppa in mano».

MONDIALI GERMANIA BIERHOFF – Cresce l’attesa in Brasile per la semifinale dei Mondiali contro la Germania, una partita che rievoca per i tedeschi quella dell’Italia nel 2006 contro loro, che erano i padroni di casa. A tal proposito è intervenuto Oliver Bierhoff, che a “La Gazzetta dello Sport” ha dichiarato: «Cosa abbiamo imparato dagli italiani? Siamo meno brillanti ed eleganti del passato ma molto più concreti. Forse ci hanno aiutato questi aspetti: gli infortuni di Khedira e Schweinsteiger durante la stagione, la mancanza dei terzini; fin dall’inizio la squadra si è messa in testa che deve lottare, essere unita e compatta perché non può salvarsi solo con la tecnica. Nel passato avevamo un po’ di superficialità, pensavamo bastasse la classe per vincere. Adesso è diverso. Neuer il più forte del mondo? Sì, già da anni. Sono contento che abbia avuto occasione di mettersi in mostra, perché lui si annoia veramente. A lui piace giocare, anche con i piedi, stare dentro la partita. Müller e Hummels stanno andando al di là delle loro qualità con la voglia e la grinta buttata nel torneo. Lo aspettavano da mesi. Sapevano che se l’avessero indovinato, sarebbero progrediti».

SFIDA E OBIETTIVI – Il dirigente della Federcalcio tedesca ha presentato poi la sfida contro la Seleçao, che dovrà fare a meno del suo asso, Neymar: «Sarà come con la Francia: partita stretta. Spero di avere qualcosina di più per dire: è stato un successo meritato. Perché otto anni fa sembravamo pari, invece l’Italia aveva più qualità e esperienza. Stessa storia noi, nel quarto con la Francia. Adesso si confrontano due rivali alla stessa altezza. Mi spiace per Neymar, per come è uscito. Però spesso quando giochi in casa ti unisci, le difficoltà ti danno più forza, sei meno prevedibile. Sarà una lotta, loro sono molto aggressivi, ti chiedono tutto. Con la storia che abbiamo noi, con i risultati degli ultimi dieci anni, le cinque semifinali, Europei compresi, che nessuno ha fatto, se non arriva la coppa non chiniamo la testa, però non andiamo a casa allegri parlando di bel Mondiale. Il successo vero è solo con la coppa in mano. Nel passato abbiamo sempre parlato prima. Stavolta aspetta anche la programmazione».

RETROSCENA – Infine, Bierhoff ha spiegato perché partecipa da calciatore all’ultimo allenamento: «Ne manca uno, li faccio arrivare pari nel 10 contro 10… È uno sfogo, aiuto il preparatore dei portieri, da vecchio attaccante salto verso il portiere, ostacolo, fingo situazioni di gara. Star dietro a loro è sempre più difficile, però li vedi su un piano diverso, più semplice. E fa parte del mio lavoro. Non abbiamo contratti con i giocatori, non possiamo obbligarli a determinate cose con autorità. Li devi convincere, stargli vicino, stare bene con loro».