2012
In lode dell’errore (e della ruberia)
“La rovina non sta nell’errore che commetti, ma nella scusa con cui cerchi di nasconderlo”. (Massimo Gramellini)
Suvvia, ammettetelo… Chi di voi, da piccolo, non ha mai provato a rubare dal carrello della spesa della signora affianco? Nessuno? Magari allora il mio è un problema patologico, una sorta di cleptomania precoce che ha a che fare con qualche conflitto irrisolto con i miei genitori interiorizzato in maniera inconscia (scrivo cose di cui nemmeno conosco il senso)… O molto più probabilmente tutti voi state mentendo. Siete dei bugiardi cronici e non volete ammettere che sì, siete dei criminali inconsapevoli.
Perchè, diciamocelo chiaro e tondo, esiste un sottile e perverso piacere che si prova nel rubare, nell’appropriarsi di qualcosa che non è proprio o, ancora meglio, nel ricevere improvvisamente un favore immeritato, come a dire: “Ok va bene, questa cosa potrei pure averla da solo, con le mie forze, o magari non dovrei proprio averla… ma chi se ne frega!”. Molto spesso questa pulsione vien fuori da bambini, quando non si è ancora di grado di avere il pieno controllo di sè stessi, ma anche molti adulti la conservano senza snaturarsi più di tanto… li chiamano ‘politici’.
E’ così anche per il calcio: ogni volta che la nostra squadra riceve un rigore a favore inventato, un gol in netto fuorigioco, un regalo inatteso e per niente sudato, che nemmeno Babbo Natale che si incastra nella canna fumaria del camino il 15 di luglio, noi godiamo.
Godiamo nel nostro inconscio più profondo, forse non lo diremo mai apertamente, ma godiamo eccome… alla grande, come Bobo Vieri tra i cuscini di un priveè al Billionaire o Davide Mengacci ad una convenscion sul fungo trifolato.
Non comprendo fino in fondo la logica buonista di coloro che vorrebbero imporci questa sorta di fair play ‘de noartri’, per cui se ricevi un favore sei eticamente obbligato a non goderne troppo. Viva Dio esistono gli errori, non ci fossero bisognerebbe inventarli, magari anche solo… per errore (!).
Non starò qui a dilungarmi parlando di campionato falsato, errori pro-Juve, pro-Inter o pro-Chievo (a proposito, lanciamo un consorzio a tutela degli errori arbitrali a favore del Chievo, perchè nessuno se li fila mai, saran mica i figli della serva questi qui). Dico solo che l’errore è un patrimonio nazionale da difendere.
Prendiamo Roma: è nata per errore, Romolo in realtà non voleva uccidere Remo, ma solo fargli vedere le foto di un paio di Sabine sul suo nuovo iPhone, poi gli è partita accidentalmente una coltellata alla giugulare (magari c’era un app anche per quella), capita anche nelle migliori famiglie. O prendiamo Mourinho all’Inter: lui non voleva acquistare di primo acchitto Sneijder, gl’andava bene pure un Deco qualsiasi, poi gl’hanno ricordato che l’ultimo portoghese che s’era messo in squadra non era ancora uscito dai bagni dell’Hollywood ed ha cambiato idea: ha vinto tutto. Dagli errori, nascono anche cose buone. Ma che dico: le cose buone nascono solo dagli errori, magari l’intera umanità esiste per errore (se di cosa buona vogliamo parlare, s’intende).
La verità è che alla fine il campionato lo vincerà una sola squadra perchè, dati alla mano, non è mai esistito un campionato in cui hanno vinto due, tre o venti squadre: questo significa che solo una godrà, le altre rosicheranno. E ben venga la rosicata, anche quella è un patrimonio assolutamente da tutelare.
Ovvio, perdere è brutto, figuarsi perdere per una manciata di errori: ma guardando le cose in maniera oggettiva dico che perdere è perdere, a prescindere, è brutto in ogni caso, mentre errare (o, per qualcuno, ‘rubacchiare’) è umano e, volenti o nolenti, non possiamo fare nulla per evitarlo. Cercare di nascondere tutto questo a noi stessi invece non è umano, è semplicemente da pirla, con buona pace dei complottisti e di chi non ha mai rubato nei carrelli della spesa degli altri.
P. S. Nel caso la Polizia leggesse questo editoriale: io non ho mai rubato, era così per dire dai su, non c’avrete mica creduto sul serio oh?