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Inter, Djorkaeff: «Possono MIGLIORARSI in Champions League. Serie A? QUESTA cosa fa la DIFFERENZA»
Youri Djorkaeff, ex Inter tra le altre, ha parlato proprio dei nerazzurri tra campionato e Champions League
Youri Djorkaeff, ex attaccante dell’Inter, ha parlato a La Gazzetta dello Sport parlando dei nerazzurri e delle chance di conferma in Serie A e di un possibile exploit in Champions League.
CAMPIONATO DIVERTENTE– «È davvero una stagione interessante perché c’è la spinta dell’Inter che è sempre a vertici, ma dietro ci sono squadre come Juve, Milan, Napoli e Roma che non sono lontane e stanno cercando di trovare la formula giusta per competere con i nerazzurri. L’Inter ha raggiunto il giusto equilibrio in campo e fuori, ed è quello che fa la vera differenza».
CICLO INTER– «Penso di sì e può ancora migliorarsi anche in Champions League. Lo ha dimostrato nelle ultime stagioni di potersi ritagliare un posto anche nell’Europa che conta, magari sfruttando la nuova formula della competizione».
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Inter, Inzaghi interrogato per l’inchiesta ultras come persona informata sui fatti: la situazione
Le ultime sul possibile coinvolgimento di Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter, nell’inchiesta ultras condotta dalla Questura
Simone Inzaghi è stato interrogato questa mattina dagli agenti della Squadra Mobile nella Questura di Milano in merito all’inchiesta condotta sugli ultras dell’Inter. All’allenatore è stato infatti chiesto di chiarire i suoi rapporti e le presunte pressioni subite al telefono da Marco Ferdico, esponente di spicco del tifo organizzato nerazzurro.
Quest’ultimo lo avrebbe sollecitato ad intervenire con Giuseppe Marotta per avere un numero di biglietti maggiore per la finale di Champions League a Istanbul nel 2023 contro il Manchester City. Da Inzaghi sarebbe arrivata poi la promessa di intercedere con i vertici societari.
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James Montague: «In Italia i capi ultras hanno 50 anni, ma i giovani sono attratti per queste ragioni. Le curve sono l’aggregazione che non c’è più altrove. Inter e Milan? Penso questo…»
Le parole di James Montague, scrittore inglese esperto di tifo, sulla situazione degli ultras italiani dopo il caso di Inter e Milan
La Gazzetta dello Sport, nell’edizione di ieri, ha proposto un sondaggio dopo i recenti fatti che hanno decapitato i vertici delle curve di Inter e Milan. Ne è emersa un’attrazione del mondo ultras nei confronti dei giovani. Oggi intervista James Montague, inglese, scrittore esperto di tifo.
STUPISCE L’AMMIRAZIONE DEI GIOVANI PER GLI ULTRAS – «Per niente. La cultura ultras è di fatto propria dei giovani che per indole si oppongono alle autorità, spostando continuamente il confine di ciò che è accettabile in una società. É così da sempre, anche perché è difficile fare l’ultras se hai un lavoro regolare e sei un padre di famiglia… In Italia a dire il vero è un po’ diverso, spesso i capi sono sulla cinquantina, ma i ragazzini li seguono fedelmente».
GLI ULTRAS ATTRAGGONO, LA POLITICA NON PIU’ – «Potrebbe avere inciso, perché i ragazzi vogliono sentirsi parte di qualcosa di importante. Cercano il senso di appartenenza che probabilmente non trovano altrove. Ma voglio sottolineare anche un altro aspetto: nel XXI secolo quale altro spazio esiste in cui i giovani possono ritrovarsi fisicamente insieme? Ormai è tutto online, il gruppo di amici è quello con cui giochi a Minecraft o GTA al pc e alla base di tutto ci sono i social media. Gli ultras invece sono una comunità di persone reali che credono in qualcosa e questo oggi può fare la differenza».
LA SITUAZIONE ITALIANA – «In Italia la situazione è complessa, le pressioni sugli ultras possono arrivare da diverse parti, compresa la criminalità organizzata, quindi è praticamente impossibile pensare ad un rapporto stretto tra club e tifo organizzato, come avviene invece in Germania o in Svezia».
GLI ARRESTI DI MILANO – «Spesso gli ultras sono temuti per la violenza o gli estremismi politici, a me fanno molta più paura i legami con la criminalità organizzata. Quando accade qualcosa di simile si squarcia la tenda e vedi che dietro si nascondono cose terrificanti e imperdonabili. Poi è difficile tornare indietro. Potenzialmente è un momento di rivoluzione del tifo se le autorità e i club terranno il punto, ma non è facile essere ottimisti».