Inter, il mercato estivo è il peccato originale. Conte non ha curato la "pazzia" nerazzurra - Calcio News 24
Connettiti con noi

Inter News

Inter, il mercato estivo è il peccato originale. Conte non ha curato la “pazzia” nerazzurra

Pubblicato

su

La Gazzetta dello Sport ha analizzato il momento dell’Inter dopo il deludente pareggio di San Siro contro il Sassuolo

C’è tanta delusione in casa Inter per il pareggio di San Siro contro il Sassuolo. La sconfitta della Lazio contro l’Atalanta ha aumentato il rammarico vista la chance sfumata di accorciare pesantemente sui biancocelesti in classifica. La Gazzetta dello Sport prova a tracciare un quadro della stagione nerazzurra e dell’esperienza di Conte sulla panchina dell’Inter.

Se Ospina non avesse miracolato il Napoli e se Gagliardini non avesse miracolato il Sassuolo sul 2-1, ora staremmo celebrando un’Inter uscita a razzo dal lockdown, unica con tre vittorie su tre, protagonista di partite a lungo dominate, in corsa per tre traguardi e in piena rimonta scudetto dopo lo scivolone della Lazio a Bergamo. Il calcio è il paradiso delle sliding-door. Però non si spiega tutto con gli episodi. L’Inter paga anche degli errori propri, delle colpe. E Conte pure.

Secondo la Rosea il peccato originale è il mercato estivo. Non potendo accertare le varie responsabilità, Conte si è attenuto alla relazione aziendale e, per evitare di ritrovarsi lo spogliatoio intossicato, a rischio di mele marce, ha accettato le epurazioni eccellenti. Il guaio è che, per ragioni varie, non ha ricevuto in cambio ciò che si aspettava: Vidal e Dzeko, che avrebbe dovuto far coppia con Lukaku. In attacco Conte si è arrangiato con la formazione e la conseguente esplosione di Lautaro. A centrocampo invece gli è sempre mancato l’incursore di gamba e di gol, l’interno di grande fisicità che avrebbe completato il reparto. Più in generale, la coperta in mediana, anche solo quantitativamente, è sempre stata drammaticamente corta. Una lacuna assurda per un club dallo spessore e dai traguardi dell’Inter che ha sfregiato tutta la stagione nerazzurra.

Infortuni come quelli di Sensi hanno solamente esasperato un’emergenza che era strutturale. Anche in attacco si è sentita la mancanza di una prima punta di ruolo in grado di far rifiatare la LuLa che alla lunga, infatti, è calata per sfinimento. Se mezze partite gloriose, come a Barcellona o Dortmund, fossero arrivate in porto grazie ad alternative all’altezza e se fosse arrivata la qualificazione agli ottavi di Champions, la giovane Inter di Conte, in costruzione e reduce da stagioni traumatiche, sarebbe cresciuta in convinzione e autostima. Invece ha conservato una fragilità di fondo perché non aveva leader che la guidassero nelle difficoltà.

Conte aveva Godin, il più vincente del gruppo, ma ha delegittimato il Faraone poco a poco, imponendogli prestazioni affannate fuori ruolo, prima di accomodarlo in panca e, sfregio finale, degradarlo a riserva di Ranocchia contro il Sassuolo.