2015
Juric studia a Crotone: «Gasperini il mio maestro»
L’ex centrocampista del Genoa: «Ma avessi il suo coraggio…»
«Il Genoa? Per il momento non ci penso. Per un semplice motivo: sto benissimo a Crotone. C’ero stato divinamente da giocatore e anche da allenatore mi trovo altrettanto bene. Per me la qualità della vita è importante e anche poter far con serenità il proprio lavoro. Insomma, mi diverto». Ivan Juric, nel corso di una lunga intervista a ‘La Repubblica – ed. Genova‘, giura fedeltà al club calabrese, con cui, la scorsa settimana, ha conquistato la vetta della classifica.
VOLIAMO BASSO – «Non ci montiamo la testa – prosegue l’ex centrocampista del Grifone – sappiamo che arriveranno anche i momenti difficili. Siamo una squadra molto giovane, dobbiamo crescere e sappiamo che la strada che abbiamo davanti è lunga e dura. L’obiettivo resta la salvezza. Siamo una squadra giovane che sta viaggiando sulle ali dell’entusiasmo. In rosa abbiamo una quindicina di ragazzi più 5 o 6 elementi esperti. In queste condizioni un allenatore, anche non volendo, deve puntare sui giovani. Che è poi quello che piace a me. A destra in difesa o gioca Yao che è un 96 o il rumeno Balasa (95), c’è poco da girarci intorno. E nei tre d’attacco uno tra Tounkara (96) e Ricci (94) gioca sempre, ma ha trovato spazio anche Firenze, un ragazzo di Genova di 22 anni che lo scorso anno era in serie D nel Sestri Levante. Contro il Cagliari ha giocato titolare e sabato è entrato nel secondo tempo».
COME GASP– In molti, nel calcio di Juric, hanno rivisto le idee di Gasperini. E non può essere un caso: «Sono stato 10 anni con lui, prima come giocatore e come come collaboratore, è normale che mi abbia influenzato. Tatticamente ha fatto cose fantastiche e non mi vergogno a dire che ho cercato di rubare il più possibile dei suoi concetti di calcio. Cercando di metterci anche qualcosa di mio, la base del gioco però è quella. Il mister non è così integralista come qualcuno vuol fare credere. Se non ci sono i presupposti il suo 3-4-3 si trasforma in 4-3-3 oppure, com’è anche capitato di recente, in 3-4-1-2. E io sono ancora più camaleonte di lui. Mi adatto alle esigenze della partita, se è il caso faccio anche il 4-4-2 secco. E comunque tra me e Gasperini c’è una differenza di fondo. Chissà, forse dovuta al carattere. Lui è più coraggioso, non ha paura di rischiare. Io, invece, me la faccio sotto e sono più prudente. Gasperini accetta senza problemi il due contro due a centrocampo anche contro le grandi squadre. E l’uno contro uno in difesa è spesso la regola».