Kluivert alla Roma per il tridente più futuristico d'Europa
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Roma, con Kluivert hai il tridente più futuristico d’Europa

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Sbarca a Roma anche Justin Kluivert: visite mediche ed ufficialità di un’operazione che già fa discutere

Sbarcato a Roma nella giornata di ieri, accolto da centinaia di tifosi giallorossi nell’aeroporto di Fiumicino, oggi è la giornata delle visite mediche e contestualmente dell’ufficialità dell’operazione: Justin Kluivert è un nuovo calciatore della Roma. Prelevato dall’Ajax per una cifra prossima ai venti milioni di euro, importo complessivo che può spingersi un tantino oltre per via delle commissioni da riconoscere al suo agente Mino Raiola. Classe 1999, il figlio di Patrick va a riempire la casella indicata con forza dalle mancanze della passata stagione: esterni offensivi in grado di capitalizzare la produzione offensiva con più continuità rispetto a chi già c’era. Il colpo Kluivert peraltro risponde in pieno alla politica attuata dal direttore sportivo Monchi: investire sui migliori giovani in circolazione. In modo tale da creare una squadra sì futuribile ma già forte nel presente.

La Roma che verrà

Obiettivo che pare già centrato in pieno dal lavoro del direttore sportivo Monchi: trenta i milioni di euro complessivamente investiti su Bryan Cristante (classe 1995), oltre ogni ragionevole dubbio tra i migliori centrocampisti nell’ultima edizione della Serie A, oltre venti su Justin Kluivert, quasi dieci su Ante Coric (classe 1997), mezzala di talento e qualità prelevata dalla Dinamo Zagabria. Una sessantina di milioni investiti su un ventitreenne, un ventunenne ed un diciannovenne: tre prospetti dal sicuro avvenire, emblema della scelta dirigenziale attuata dalla Roma. Il finanziamento di queste operazioni è reso possibile dai fondi che il club ha ottenuto dalla UEFA per l’eccellente Champions League appena disputata: oltre novanta milioni di euro che hanno permesso alle casse del club di respirare e che non impongono – come puntualmente accaduto negli anni passati – un sacrificio tecnico pur di restare nei paletti dell’equilibrio di bilancio. Questo non esclude che la logica possa portare a privarsi di alcuni calciatori, essenzialmente quelli per cui si ritiene che il meglio sia già stato dato. Le uscite in sostanza possono riguardare uno tra Kevin Strootman e Radja Nainggolan in mediana, il certo rilancio di Karsdorp può rendere meno essenziale Florenzi, per cui sussistono problemi inerenti al prossimo rinnovo contrattuale.

Roma, tridente futuristico

Nell’ottica di una Roma giovane e forte, toccherebbe invece non privarsi di Lorenzo Pellegrini, la cui clausola – ed il forte interesse della Juventus – pone a rischio la situazione. Lo stesso Florenzi può diventare una chioccia di un gruppo che dovrà consolidare la propria esperienza a determinati livelli, l’imperativo è quello di trattenere Alisson all’ombra del Colosseo. Non soltanto per le sue qualità: ovviamente il portiere brasiliano è tra i migliori del pianeta e sostituirlo non è così agevole. Quanto anche per il segnale che in tal caso sarebbe offerto al palcoscenico: vendere puntualmente i propri calciatori migliori è sintomo di scarsa competitività ai massimi livelli. Il piatto forte dell’attuale discussione inerisce al capitolo offensivo: più immediata la vicenda esterni, lì dove la scelta è stata quella di avvicendare chi segnava poco con chi – almeno potenzialmente – ha più gol tra i piedi. Arriverà anche Domenico Berardi, sulla lista di sbarco due tra Defrel, El Shaarawy e Perotti. Con i primi due massimi indiziati. L’idea più intrigante – o commovente per chi vede il calcio da una certa prospettiva – è il tridente dei bambini terribili: Kluivert (’99), Schick (’96) e Cengiz Under (’97). Sugli esterni le risorse alternative sarebbero Berardi e Perotti (dovessero effettivamente uscire El Shaarawy e Defrel), mentre nel mezzo perderebbe la titolarità Edin Dzeko. Possibile? Oggettivamente no. Viene da rispondere negativamente per il valore mostrato dal centravanti bosniaco nell’ultima stagione, nonché per una scontata considerazione: Dzeko sarebbe davvero disposto a fare la riserva nella Roma?

Eppure…

Eppure determinate logiche non sembrerebbero così assurde: al termine della prossima stagione Edin Dzeko avrà compiuto trentatré anni e, siatene certi, non avrà quel tipo di mercato e quella quotazione che potrebbe invece vantare oggi. Quando è ancora possibile strappare un’offerta degna di essere presa in considerazione. Il corollario riguarda più strettamente la questione Schick: l’attaccante ceco è il calciatore più pagato nella storia della Roma. E con questa affermazione vanno fatti i conti, Dopo un difficile anno di ambientamento, la logica vorrebbe che sia lui a giocare da titolare. Altrimenti il rischio è dietro l’angolo: svalutare pesantemente un investimento record. Il compromesso può essere trovato – come solitamente accade – in una via di mezzo: Schick titolare in campionato, Dzeko in Champions League forte della sua maggiore quanto ovvia esperienza internazionale. Dovesse invece il bosniaco giocare sempre, come sostanzialmente accaduto nelle ultime stagioni, lo spazio a disposizione di Schick si vedrebbe ridotto a scampoli di gara. A maggior ragione considerato l’arrivo di due nuovi esterni offensivi: Di Francesco insisterà sul suo credo originario, il 4-3-3. E non ci sarà spazio dunque per due attaccanti centrali. Può restare un’idea, quella del tridente giovane e terribile, irriverente e spietato, così come quella di una Roma prettamente composta da giovani nella sua formazione titolare. Eppure c’è Cristante in mediana, così come Pellegrini, Gerson e Coric. Il coraggio di far giocare tutti i propri migliori prospetti è una strada rischiosa, che però se rende non ha alcun limite.