Marchegiani: «La Lazio è la più penalizzata dallo stop. Lotito mi voleva nel club nel 2007» - Calcio News 24
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Marchegiani: «La Lazio è la più penalizzata dallo stop. Lotito mi voleva nel club nel 2007»

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Marchegiani Higuain

Luca Marchegiani ha parlato in una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport: queste le parole dell’ex Lazio

Luca Marchegiani ha parlato in una lunga intervista al Corriere dello Sport: queste le parole dell’ex portiere della Lazio.

CINQUE CAMBI – «Sono restio ai cambiamenti strutturali, soprattutto in corsa. In Lega Pro li fanno da tempo e qualcosa cambia nella gestione della partita. Le squadre cambiano volto. Puoi scegliere una formazione molto offensiva in partenza e poi rivoluzione l’assetto. E’ una variabile, sarebbe interessante scoprire come viene sfruttata dagli allenatori. Ma sono abituato a vedere il calcio non come il basket».

JUVE AVVANTAGGIATA – «Secondo me no, ma con la rosa bianconera ci si può abituare. Anche se Sarri non penserà di fare quello che dicevamo, con tanti impegni ravvicinati ruoterà di più rispetto a Lazio e Inter. Tenere fuori Douglas Costa, uno tra Higuain e Dybala, Rabiot o Bentancur significa avere tanti titolari. Chi sta in panchina non è detto che sia inferiore».

LAZIO PENALIZZATA – «Possiamo dirlo e spero di non essere frainteso, sono morte quasi 25 mila persone. Se parliamo del campionato, la Lazio è stata la più penalizzata dallo stop, non lo dicono solo i risultati: aveva fiducia, consapevolezza della propria forza, stava meglio e viveva un momento magico, straordinario. Non è detto che non riesca a ripartire da quel livello di gioco e di mentalità. Questa è l’incognita principale. Se i giocatori hanno pensato solo alla ripresa, ora dovranno riprendere nello stesso modo».

INTER – «Non era in un momento straordinario. Mi sembrava un po’ stesse pagando, aveva perso perso con Lazio e Juve, era meno lanciata».

STRESS CONTE – «Non mi è sembrata una squadra stressata: ha pagato un periodo in cui aveva pochi ricambi e affiorava la stanchezza. Esprime grande carica emotiva, ma non ha tantissime soluzioni, ecco cosa manca rispetto a Juve e Lazio. Se Lukaku e Lautaro sono sotto tono, l’Inter ne risente. Non credo che Conte potesse fare di più, mi aspetto lo faccia adesso. Il salto di qualità dipende dalla valorizzazione del mercato. Trovare una soluzione per far rendere Eriksen, può crescere staccandosi dallo zoccolo duro di una squadra che ha già dimostrato di saper fare tanto. Si migliora a 360 gradi. L’Inter fa molto bene alcuni movimenti codificati, deve creare qualche alternativa, dubito possa migliorare aumentando così tanto il livello dei singoli».

SORPRESA LAZIO – «Non me l’aspettavo, ma da un po’ si è capito che ha trovato una stagione magica. Un certo rendimento era nelle corde dei giocatori. Luis Alberto si era espresso così due anni fa, Immobile uguale, si può dire per altri. Mi sembra di rivedere il Napoli di Sarri quando ha sfiorato lo scudetto. Vedo la consapevolezza che è l’anno buono, l’occasione giusta. La squadra è esperta, non si lascia travolgere dalla tensione, riesce a trasformare la pressione in prestazioni. Se si aprirà un ciclo vincente non lo so. Non è una sorpresa per per quello che si è visto. Il Napoli ha fatto peggio rispetto al solito, dal Milan ci si attendeva altro, ma le squadre e le difficoltà ci sono, la Lazio ha vinto tantissime partite».

STRAKOSHA – «Lo valuto come un portiere forte, giovane, in crescita. Ha una grande qualità. Fa la parata importante quando serve. A 24 anni può migliorare. Non voglio insistere e fare il professore. Thomas deve far sentire di più il suo peso in squadra come presenza, comunicazione. A volte è troppo silenzioso, pur essendo efficace e decisivo. Se andiamo a guardare la stagione, in 7-8 partite ha piazzato l’intervento che ti aiuta con il risultato in bilico. E’ completo, ha un calcio lungo e preciso, può migliorare nelle uscite alte, esce ancora poco per le sue qualità».

RIMPIANTO – «Lotito mi voleva tirare dentro nel 2007 e mi corteggiò abbastanza, lo incontrai, non solo una telefonata. Mi proponeva un ruolo dirigenziale. Avevo cominciato da poco il lavoro in tv, mi dava soddisfazione, non me la sentivo per tanti motivi. Non ho rimpianti, non è giusto averne perché mi sto divertendo. Ogni tanto penso a come sarebbe andata rimanendo nel calcio, mi sarebbe piaciuto, ma fare il dirigente, l’allenatore o il consulente tecnico ti impegna dodici ore al giorno. In quel momento, preferivo una gestione più libera del mio tempo».