Mihajlovic: «Esonero? Decide la società» - Calcio News 24
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2015

Mihajlovic: «Esonero? Decide la società»

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mihajlovic milan settembre 2015 ifa

Il tecnico serbo non molla: «Non mi dimetto»

Riflessioni fiume al termine della partita contro il Napoli per Sinisa Mihajlovic, che del resto deve analizzare la delicata situazione in casa Milan per far uscire la sua squadra dalla crisi. Il tecnico rossonero, intervenuto in conferenza stampa, ha commentato la sconfitta: «Hanno vinto i più forti con i loro attaccanti e la nostra fase difensiva. Complimenti a loro, anche se la partita era equilibrata nel primo tempo. Siamo stati deboli mentalmente, come accaduto in precedenza. Dobbiamo trovare un modo per uscire da questa situazione, confrontandoci e cercando soluzioni, tirando fuori anche dai giocatori giudizi e impressioni. Lavorare tanto evidentemente non basta. L’obiettivo è stare in alto e non cambia dopo 6-7 giornate. E’ difficile immaginarci in alto, ma il nostro obiettivo resta quello. Ci sono giocatori importanti. Sicuramente riceverò una telefonata dal presidente Berlusconi. Se mi chiederà spiegazioni, gliele darò».

QUESTIONE DI TESTA – Mihajlovic ha parlato dell’emergenza in attacco e del suo futuro: «L’unica alternativa offensiva era Cerci. Non è una questione di sistema di gioco, non ci sono moduli magici con cui vincere. Quando torneranno gli infortunati avrò maggiori alternative. Da quando sono arrivato ho lavorato sulla testa e sul campo, ho parlato con tutti individualmente e come gruppo, analizzando e ragionando su tutto, ma non è facile. Mi aspettavo di risolvere prima le cose, ma non siamo ancora vicini ad una soluzione. Esonero? La società prenderà le sue decisioni, ma io non mi dimetto. Continuerò a lavorare con la loro fiducia. Mi è già successo altrove, posso farcela anche qua».

GLI AVVERSARI – Infine, il tecnico serbo ha ribadito i complimenti al Napoli per la vittoria: «Il Napoli ha gli attaccanti più forti d’Italia e tra i più forti d’Europa, ma in fase difensiva concede qualcosa, noi però non abbiamo mai attaccato la profondità. Il Napoli ha preparato la partita per pressarci alti, come noi, ma dopo il primo errore non abbiamo più giocato con tranquillità. Le responsabilità sono mie».