Napoli e lo scudetto: il decalogo per farsi ispirare dalla festa del primo - Calcio News 24
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Napoli e lo scudetto: il decalogo per farsi ispirare dalla festa del primo

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I tifosi del Napoli non hanno certo bisogno di suggerimenti per scatenare la loro felicità e trovare i modi più fantasiosi

Sarà oggi, sarà domani, sarà domenica? La festa scudetto del Napoli, saltata per mano di Dia (da cui uno dei meme più ironici dell’anno) è in stand-by sul momento in cui avverrà, non certo sul fatto che ci sarà. Quel che è successo domenica scorsa si è risolto, come ha scritto Monica Scozzafava sul Corriere della Sera, in «Tanto rumore per nulla». Con un dispendio di energie e forze notevoli: «Un piano imponente, quasi militare, messo a punto nell’incertezza dei risultati relativi a due partite, con lo stravolgimento del calendario così da garantire la quasi contemporaneità delle stesse (ma perché?) e alla fine smontato per il pareggio tra Napoli e Salernitana».
Non andò così, in occasione del primo scudetto. Era tutta un’altra epoca, chi c’era lo sa bene e chi non era ancora nato può riviverne lo spirito nelle immagini di repertorio e cercare di riprodurre oggi quello spontaneismo nel quale, peraltro, i napoletani sono autentici maestri. In quel 1987 tutta l’Italia, attraverso soprattutto i giornali, si meravigliò alquanto per una festa che non aveva eguali per nessun altro scudetto in nessun’altra città. Non erano pochi i pezzi degli inviati che potremmo definire scritti a bocca aperta, con lo stupore di quel che vedevano.
Ecco un elenco estremamente parziale di ciò che si vide. I tifosi del Napoli non hanno certo bisogno di suggerimenti per scatenare la loro felicità e trovare i modi più fantasiosi. Ma se volessero trovare una qualche forma d’ispirazione, sappiano che i loro predecessori fecero
1) Dipinsero i portoni e i muri dei Quartieri Spagnoli, Sanità, Vergini, Forcella, Mercato. A prevalere, l’azzurro più del tricolore.
2) Si tassarono per importare dalla Sardegna un centinaio di asinelli per rappresentare il ciuccio, simbolo del club (ma oggi, fortunatamente, esiste una sensibilità animalista che si spera prevalga).
3) Migliaia di palloncini disposti a formare un gigantesco cuore.
4) Lancio di mongolfiere.
5) Pubblicazione di libri per celebrare l’evento.
6) Fuochi artificiali in gran profusione: lo scudetto come il migliore dei Capodanni possibili.
7) Musica in piazza, con tutte le declinazioni del sound napoletano, pressoché infinite e soprattutto esclusive. In qual altra città esistono così tanti generi?
8) Serie ininterrotte di tavoli all’aperto per accompagnare alla festa il gusto del cibo.
9) I subacquei del gruppo Sant’Erasmo si calano sott’acqua per lasciare lo scudetto sul fondo, a quaranta metri, sopra un tappetino di gorgonie accanto alla Madonnina della grotta di Vervece.
10) Centoventimila metri quadrati di bandiera tricolorazzurra sul Vesuvio.