Napoli, il privilegio di De Laurentiis: non avere le paure di Ferlaino
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Napoli, il privilegio di De Laurentiis: non avere le paure di Ferlaino

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Mentre il Napoli prepara la festa scudetto, un paragone alla vigilia del primo campionato vinto dai partenopei

Mentre nel presente si dibatte sull’organizzazione temporale della festa per il terzo scudetto del Napoli, c’è da registrare come non si dibatta minimamente dei possibili scherzi del campo. Ovvero, che quei 17 punti che oggi separano la prima dalla seconda e che devono aumentare per garantire la certezza matematica non siano solo legati a ciò che succederà in Inter-Lazio, ma anche al derby Napoli-Salernitana. E che i granata siano una vittima designata non è così detto, visto che hanno un +7 sulla quartultima che non va eroso.

In occasione del primo scudetto non c’erano problemi di calendario perché le gare si giocavano in contemporanea. Il Napoli arrivò alla penultima giornata con un margine di 3 punti sull’Inter e all’epoca se ne assegnavano 2 a vittoria. I viola promisero “guerra” (era epoca di metafore belliche frequenti), ma tanto non ce ne fu bisogno: perché l’1-1 del San Paolo fu più che sufficiente a scatenare la festa data la sconfitta dei nerazzurri a Bergamo. In pieno stile harakiri, con autogol di Riccardo Ferri nel primo tempo e incapacità di rimonta nella ripresa.

Alla vigilia del grande giorno, il presidente del Napoli non era per niente tranquillo. La scaramanzia è normale per tutti in certi momenti, figurarsi per un popolo che la conosce e la pratica con allegra costanza. C’era, poi, forse anche il ricordo di quanto successo l’anno prima alla Roma, che troppo in anticipo aveva festeggiato un tricolore sfuggitogli con il clamoroso ko in casa con il Lecce. Perciò, Ferlaino non nascose la sua preoccupazione: «Non vorrei che la città, l’euforia della città, trasmettesse anche alla squadra sensazioni trionfalistiche che aleggiano un po’ dappertutto. Fare festeggiamenti prima e durante la partita rappresenta la maniera peggiore di aiutare la squadra a superare l’ultimo ostacolo. Chiedo al pubblico di evitare qualsiasi manifestazione di trionfo prima della gara, e soprattutto di evitare il lancio di mortaretti e bengala. Non è proprio il caso».

Non ha di questi problemi De Laurentiis. Spalletti gli ha regalato il privilegio di godersi una festa sicura, che esploderà al momento della consacrazione, proseguirà a lungo e rivivrà in forme diverse anche alla consegna della coppa. Potrebbe anche diventare la celebrazione più lunga mai registrata nel calcio italiano.