Nazionale, Sacchi: «Essere il ct significa essere soli»
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Nazionale, Sacchi: «Essere il ct significa essere soli»

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Arrigo Sacchi

Le parole di Arrigo Sacchi sull’addio alla Nazionale: «Essere un ct significa essere soli: quando lasciai ero sfinito»

Intervistato da La Repubblica, Arrigo Sacchi ha voluto parlare dell’addio di Roberto Mancini alla nazionale. Di seguito le sue parole.

«Ah, di una cosa sono sicuro: il problema non è Roberto Mancini, il problema siamo noi. Guidare la Nazionale significa essere soli, in un Paese senza cultura e non solo sportiva. Se provi a vincere con merito, se ragioni al plurale, sei un povero ottimista in mezzo ai pessimisti. Se guardo indietro, la mia fu proprio un’altra storia. Arrivai secondo a Usa ’94 perdendo in finale contro il Brasile ai rigori, ma questo alla critica faceva schifo. Mi spararono addosso, non gli pareva vero. Così come non gli pareva vero, attaccando me, di poter colpire anche Silvio Berlusconi appena entrato in politica. Mi sfinirono, ne avevo piene le scatole».