2014
Ricordi Mondiali: cucchiaio e testata, quando il destino non scelse Zizou
Notte finale, Italia-Francia. La Coppa guarda Zidane ed omaggia laddio del campione: poi sarà festa italiana
MONDIALI ITALIA GERMANIA2006 BRASILE2014 – Si chiude oggi la trilogia del trionfo italiano in terra tedesca: dopo aver narrato delle vicende che hanno portato l’Italia in semifinale e poi dell’indimenticabile notte del Westfalenstadion ecco l’epilogo. Olympiastadion, 9 luglio 2006, è il giorno della finale Mondiale e a giocarsela sono Italia e Francia.
LA RIVINCITA – Ci risiamo! E chi se non loro. Se con la Germania vinciamo sempre, qualche difficoltà in più la troviamo quando i nostri avversari sono i transalpini: ci eliminarono proprio da Francia ’98 con la celebre traversa di Di Biagio, ci soffiarono il titolo Europeo nel 2000 quando in quel di Rotterdam erano già stati allestiti i preparativi per i festeggiamenti azzurri. Al 94’ Wiltord, poi nell’overtime David Trezeguet per il golden gol più famoso della storia del calcio. Regola poi per fortuna abolita. Abbiamo dunque qualcosa da riscattare, nell’ambito di una rivalità che non si limita al piano calcistico: la sensazione forte è quella che sia una gara a chi contesta all’altro di essere più nazionalista. O chiuso. O snob. Fate voi, ma stando così le cose sarà difficile in futuro farci piacere da loro o che loro possano piacere a noi.
LA PARTITA – Non ci piacciamo neanche in tema strettamente calcistico: Zidane, al momento delle strette di mano iniziali, a stento saluta i nostri. Eppure in Italia ci ha giocato e diventato grande. Il fenomeno francese – che poi a noi piace ricordare le origini più disparate di una Francia mai così coloniale – ha finora impartito lezioni di calcio alle veneranda età di 36 anni: emblema e simbolo sono i quarti di finale contro il superfavorito Brasile. Zizou farà scuola calcio ai vari Ronaldo, Ronaldinho, Kakà e Robinho. Altro che rivincita della finale del 1998: i verdeoro vanno ancora fuori di fronte alla maestosità di Zidane. Che, per mettere in chiaro le cose, al 7’ minuto della finale (di una finale mondiale) si incarica di battere un calcio di rigore concesso alla sua Francia ed inventa un cucchiaio ad un tale Gianluigi Buffon. Neanche un folle. Fermatevi al frame 0:55 del video riportato, la palla impiega un’oretta per arrivare in porta ma la sua interminabile parabola sfiora la parte bassa della traversa per poi cadere nella porta italiana: non è gol, non è gol, come dimenticare quelle urla. Invece è gol. E’ finita: vinceranno ancora loro.
LA RESTITUZIONE DI ZIDANE E TREZEGUET – Sembra un rito. Ma andiamo con ordine: ci sono ancora da giocare almeno altri 83 minuti ed in uno di questi – al 19’ – sempre quel Materazzi in campo per pura casualità salta più in alto di tutti ed infila un corner del solito Pirlo nella porta difesa da Barthez. Il resto della gara è piuttosto equilibrata, regna la tensione ma l’Italia è in campo e non china la testa di fronte all’avversario. Non prevale nessuno e si va ai supplementari dove arriva la svolta: al 110’ minuto della notte di Berlino si scrive una delle pagine calcistiche più significative della storia di questo sport. Le telecamere perdono la diretta del grande evento e soltanto le cineprese di servizio riusciranno ad immortalare il momento: testata folle di Zinedine Zidane a Materazzi, il guardalinee avvisa il direttore di gara ed è cartellino rosso. L’artista francese lascia il campo in un fotogramma che resta alla storia: portatevi al minuto 2:00 del video, la coppa del Mondo sembra guardarlo, salutarlo e concedere il giusto tributo ad un campione indescrivibile. L’addio, perché con quella capocciata Zinedine Zidane lascerà il calcio e fine più ingloriosa il destino non avrebbe potuto scrivere. Con la sua espulsione la pressione francese si allenta e si va ai rigori ma oltre a lui c’è un suo compagno di squadra che deve restituirci qualcosa: ve lo ricordate quel Trezeguet di cui parlavamo in precedenza? Bene. Via alla lotteria dei rigori: segna il genio di Pirlo, segna Wiltord, segna ancora Materazzi, sbaglia Trezegol. Il rito della restituzione è completato.
CAMPIONI DEL MONDO – Mancano sei (ma saranno cinque) interminabili calci di rigore per eleggere i campioni del mondo 2006 e le storie da raccontare sono almeno due: il terzo rigore italiano lo calcia Daniele De Rossi. Ve lo ricordate? E soprattutto: ricordate cosa ha combinato con gli Stati Uniti? Pensate dunque con quale pressione sulle spalle si porta su quel dischetto, in quel momento: è un rigore che segni soltanto se hai gli attributi. Se sei un campione. E se il destino in quel mese ha disegnato tutto alla perfezione: Materazzi, Grosso, il fato non ha dimenticato il buon Daniele al rientro dalla lunga squalifica. E’ gol. Poi segna Abidal, segna il nostro Alex Del Piero, segna Sagnol. Chi non crede nel destino ora ha il dovere di chiudere l’articolo: il rigore decisivo spetta a Fabio Grosso ed a quel punto è chiaro che gli astri abbiano scelto l’Italia. Quel rigore, Fabio Grosso, potrebbe tirarlo bendato, di tacco e contro tre portieri: lo segnerebbe comunque. La palla andrebbe in porta perché gli dei del calcio in quella notte, in quel mese, si sono inequivocabilmente espressi.