Dotti, medici, sapienti, commedianti e un'Atalanta penalizzata contro la Roma
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Dotti, medici, sapienti, commedianti e un’Atalanta penalizzata contro la Roma

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Un’Atalanta che a Roma ha lottato in un contesto di polemiche, decisioni arbitrali discutibili e comportamenti da commediante

Affrontare la Roma in trasferta è sempre stata una vera impresa per l’Atalanta: campo rognoso, partita sempre sporca e una squadra che doveva mettere in primo piano la grinta piuttosto che il gioco (riadattandosi ad una gara da trincea).

Fatto sta che, escludendo gli errori dei nerazzurri tra una fase di costruzione che nel secondo tempo è mancata, dall’altra ieri sera si è assistito ad un match di Wrestiling sotto la regia di Edoardo Bennato. Una Roma che non esitava a far del male fisico ai giocatori nerazzurri facendo un fallo dopo l’altro, dove la direzione gara che va da Aureliano al VAR, credendosi dottori, medici e sapienti nella gestione del match, hanno punito soltanto gli orobici (6 gialli contro uno giallorosso): appoggiando la linea commediante di Mourinho, che a fine partita non parla per proteste quando dovrebbe essere legittimamente Gasperini a farlo vedendo l’andamento del match.

La sintesi della gara sta in due episodi: la prima riguarda quella trattenuta alla Randy Orton dell’ex Mancini su De Ketelaere senza neanche subire un giallo; la seconda è un Zappacosta ammonito nonostante avesse preso palla piena. Nel mezzo ovviamente un calcio di rigore dove Ruggeri tocca in maniera evidente Karsdorp (dove tra il contatto e la caduta dell’esterno c’è tempo per mettere su due casoncelli in pentola nella quale l’azione era già finita) e un goal annullato a Scamacca tra mille dubbi.

L’atteggiamento della Roma sarà stato sopra le righe, ma è più grave chi gli ha permesso ciò: condizionando la gara in un certo modo per quanto il pareggio alla fine sia giusto. La Dea, giovane in questione, è riuscita ad alzarsi dal letto e fuggire da questi dotti, medici e sapienti (sulla carta), pur sentendosi male dai troppi falli subiti.