Roma, situazione caotica. Tra ritiro, mercato e le speranze sulla Uefa
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Roma, situazione caotica. Tra ritiro, mercato e le speranze sulla Uefa

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Roma, settimane di confusione. Petrachi a lavoro per cedere, Manolas ed El Sha vicini a salutare. Si attende la sentenza Uefa

Chissà se Fonseca e Petrachi i primi giorni alla Roma li avrebbero immaginati così duri, come realmente stanno apparendo. È una situazione di totale caos in casa giallorossa, dovuta al quasi obbligato rinnovamento in tutti gli ambiti, dalle scrivanie al campo. Era previsto che la prima fase di questa estate fosse dedicata a questo restyling generale. E le cessioni sono l’inizio del piano. I nomi in uscita, ormai, sono noti. Manolas sta definitivamente per accasarsi al Napoli, con Diawara che andrebbe a vestire la maglia giallorossa.

Continuano le riflessioni di El Shaarawy, sempre fortemente attratto dalla ricchissima proposta dello Shangai Shenhua. Si registrano, invece, dei rallentamenti nella manovra Dzeko-Inter. Vero che, qualora Petrachi dovesse vendere il greco e l’italo-egiziano, non ci sarebbe tanta fretta per piazzare il bosniaco. Che, comunque, non rientra più nei piani della società per la già più volta rimembrata voglia di rinnovare la rosa dal punto di vista anagrafico. Fatto sta che la Roma sta seriamente rischiando di salutare l’ossatura degli ultimi anni della squadra.

Loro, come tutti gli altri calciatori, non partiranno per il ritiro di Pinzolo. Fonseca e Petrachi l’hanno deciso congiuntamente qualche giorno fa e, con enorme e sincera amarezza, hanno optato per la rinuncia alla settimana nella splendida cornice del Trentino. Non sono mancate le polemiche da parte del Sindaco della località, e di certo non si fermeranno. C’è il serissimo rischio che si vada per vie legali, ma era prevedibile. La colpa, se così può essere definita, non è altro che della Uefa. Che ritarda e ancora ritarda la sentenza riguardo il Milan facendo vivere Roma e Torino nel dubbio. Il “Chi vivrà, vedrà“, tanto usato in queste prime settimane di mercato, in questo caso, diventa il motto ufficiale della vicenda.