Spalletti accusa: «Mani di Dimarco clamoroso, l'Inter deve fare di più» - Calcio News 24
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Spalletti accusa: «Mani di Dimarco clamoroso, l’Inter deve fare di più»

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Luciano Spalletti parla nel post-partita di Inter-Parma in cui ritorna sull’episodio del mani di Dimarco e la seconda sconfitta stagionale

Di seguito le dichiarazioni di Luciano Spalletti al termine di Inter-Parma ai microfoni di Sky Sport: «L’infortunio di D’Ambrosio ci crea qualche problema, avendo solo lui e Asamoah per martedì. Quando le cose ti girano contro ti arrivano anche quelle improbabili. Vedremo cosa succederà, abbiamo la possibilità sia di mettere Skriniar largo, perché ha corsa e si è visto anche quando è stato puntato da Gervinho e gli ha portato via la palla. E’ un calciatore molto positivo che può prendersi le responsabilità. Abbiamo anche la chance di mettere la difesa a 3, insomma le soluzioni ci sono».

Prosegue il tecnico dell’Inter: «Tolte certezze dopo queste prime partite? E’ chiaro che essendo l’Inter di fronte a un pubblico numeroso e ti ritrovi già con due sconfitte, diventa difficile trovare delle scuse e delle motivazioni. Noi dobbiamo fare di più, ho responsabilità, anche se a lunghi tratti la squadra oggi ha fatto bene contro il Parma. Dobbiamo fare di più. Mani di Dimarco? Questo è clamoroso, me l’hanno fatto vedere adesso, è clamoroso. Non so come funziona, ma è clamoroso perché devia la palla con il braccio. E’ abbastanza chiaro se lo si rivede al replay. Mi dispiace perché il Parma ha fatto un po’ di ostruzionismo, vedi Sepe che butta la palla in campo prima del calcio d’angolo».

Conclude Spalletti: «Non sto vedendo quella presunzione che crea queste differenze di rendimento, sono dei ragazzi modesti nel modo di fare, nel secondo tempo abbiamo fatto un po’ di confusione e abbiamo perso ordine e distanze tra le linee. Quattro punti? Bisogna essere bravi ad analizzare il momento in maniera corretta e andare più a fondo sulle nostre possibilità, che sono superiori e io sono responsabile. Se i calciatori rendono al di sotto del proprio massimo, allora il ruolo dell’allenatore si può mettere in discussione».