Suso: «Al Milan sto bene, con Piatek e Paquetà andiamoci piano»
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Suso: «Voglio restare al Milan, possiamo fare doppietta»

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Milan: in una lunga intervista Suso parla, tra presente e futuro, delle questioni riguardanti il rinnovo, degli obiettivi stagionali e dei nuovi acquisti Piatek e Paquetà

La storia d’amore col Milan pare destinata a continuare: Suso, intervistato stamane per La Gazzetta dello Sport, conferma la propria volontà di rimanere in rossonero ancora a lungo, nonostante le tante sirene di mercato. «Io qui sono felice come lo è la mia famiglia ed è qui che voglio rimanere – le parole dell’esterno spagnolo – . Ho anche rifiutato tante proposte in estate pur di restare. Son passate proprietà, allenatori, giocatori bravissimi e io sono sempre qui. Stiamo parlando serenamente del prolungamento e lo faremo ancora».

L’obiettivo stagionale è duplice, confessa ancora Suso: «Il quarto posto non deve diventare l’ossessione. Se pensiamo che sia una necessità, un obbligo, aumenta anche la pressione. Dobbiamo avere costanza specie negli ultimi tre mesi di campionato. Anche perché tra le avversarie la Roma è forte e si sa, Atalanta e Lazio invece sono meno vistose, ma dure da battere. Una volta in Champions il Milan sa trasformarsi perché è lì che per la sua storia deve stare. La doppietta Coppa Italia-Champions League è possibilissima». E sull’ottimo rapporto creato con Gennaro Gattuso: «Il rapporto umano è la nostra cosa più bella. In una delle ultime partite gli ho detto: “Mister, io e Hakan Calhanoglu stiamo facendo i terzini”. Ma ho capito che anche questa è una strategia, se non prendiamo gol poi uno lo facciamo sicuro. Lui è perfetto, è l’allenatore giusto al momento giusto nel posto giusto. Per noi è un punto fermo. A me personalmente ha dato tanto e penso di avergli dato tanto anche io».

Belle parole anche per i due nuovi acquisti di gennaio rossoneri, Krzysztof Piatek e Lucas Paquetà, da parte dello spagnolo: «Sono due grandi giocatori che potranno dare tanto, ma ho visto anche tanti altri fare benissimo nei primi mesi e dopo no. Andiamoci piano perché sento già troppi paragoni con chi ha vinto Palloni d’Oro. Anche Nikola Kalinic all’inizio aveva fatto tutti felici, poi ha avuto difficoltà ed è stato criticato. Non è giusto proprio per loro, perché se poi sbagliano due partite si dirà subito il contrario. Vale per tutti: ora le cose vanno bene ma se ne perdiamo due torniamo a essere disastrosi. Piatek poi è uno simpatico e Paquetà sta prendendo lezioni di italiano per impararlo il più in fretta possibile».