Paris Saint-Germain
Vitinha sicuro: «Il PSG deve migliorare su questa cosa. Sul mio rapporto con Luis Enrique…»
Vitinha, centrocampista del PSG, ha voluto rilasciare qualche dichiarazione sul suo momento attuale
Da erede designato di Verratti, Vitinha si è imposto come uno dei centrocampisti più forti in circolazione: terzo al Pallone d’Oro, campione d’Europa con il PSG e sempre più decisivo anche in zona gol. Il 25enne portoghese, noto per la sua esultanza in cui fa roteare l’elastico dei capelli, racconta a La Gazzetta dello Sport il suo momento magico, il rapporto speciale con Luis Enrique e le ambizioni di un PSG giovane e affamato, nonostante qualche difficoltà in campionato.
LE DIFFICOLTA’ IN CAMPIONATO «Ci sono varie ragioni e non sono una scusa. Abbiamo avuto molti infortuni a inizio stagione, è emersa un po’ di stanchezza per le poche vacanze fatte e questo può intaccare certi equilibri. Ma non siamo preoccupati: chi ha giocato finora ha fatto bene. Non ci piace perdere o non essere primi, ma siamo sempre focalizzati sul lavoro e vogliamo vincere di nuovo la Champions, anche se nel calcio si sa, uno più uno non fa sempre due e serve pure un po’ di fortuna».
LE SQUADRE CONOSCONO MEGLIO IL PSG «Non credo sia un aspetto decisivo, anche perché il PSG di oggi è già molto diverso da quello di quando è arrivato Luis Enrique. E anche noi conosciamo meglio i nostri avversari. Quando sei ai vertici però può non bastare. Oltre a noi ci sono tante squadre forti. Finora ne ho viste tante, dal Bayern Monaco al Barcellona, passando per l’Arsenal e le squadre inglesi, le più toste da affrontare.
LA GARA CON L’ATHLETIC BILBAO «Al PSG tutte le partite sono importanti. Non facciamo distinzioni tra partite di campionato, Champions o coppa di Francia dove se perdi sei fuori».
IL MOMENTO D’ORO E IL SALTO DI QUALITÀ «Sto vivendo un periodo positivo, ma non dimentico che in una stagione ci sono anche momenti negativi e non mancano mai le critiche. Per me, però, l’importante è restare il più possibile al top per aiutare la squadra. Cosa mi ha permesso di fare il salto di qualità? Ho lavorato molto, avuto un po’ di fortuna e potuto contare su persone importanti sul piano personale e sportivo. A cominciare dal Luis Enrique che forse ha avuto l’impatto più influente sul mio percorso».
IL RAPPORTO CON LUIS ENRIQUE «È vero, è un po’ rompipalle (ride, ndr), ma a me piace così, perché non puoi che migliorare. È un grande allenatore, non solo sotto l’aspetto tecnico-tattico, ma anche dal punto di vista umano che a questi livelli fa la differenza»
L’ARTE DEL PASSAGGIO «È qualcosa su cui lavoro da quando cominciai a giocare a calcio, a sei anni. È una delle mie caratteristiche. Magari non ho molte altre doti, ma quella del passaggio ce l’ho».
L’INTESA CON JOAO NEVES E I GIOVANI DEL PSG «Abbiamo un ottimo rapporto e lo si vede anche in campo. Joao è una bella persona, con un bel carattere. Il fatto che sia portoghese aiuta. C’è molta intesa con il pallone perché oltretutto è un grande giocatore»
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