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Da disciplina sportiva a show da indotti milionari, ecco com’è cambiato il gioco del calcio
È davvero difficile ignorare quanto il calcio sia cambiato negli ultimi decenni. E non solo il calcio come gioco, ma tutta l’industria che vi gravita attorno. È cambiata la fisicità degli atleti, il numero di eventi nazionali e internazionali proposti, così come sono incredibilmente aumentati i compensi relativi agli ingaggi dei giocatori. Persino il mondo delle scommesse sportive ha subìto considerevoli mutazioni nel corso del tempo.
Basta pensare al fatto che in passato le schedine venivano giocate nella parentesi domenicale del Totocalcio. Oggi, invece, è possibile scommettere in qualsiasi momento accedendo ad una delle tantissime piattaforme di gioco online. Portali come BonusFinder, addirittura, permettono di venire a conoscenza dei migliori casinò virtuali e dei bonus più vantaggiosi da sfruttare per le proprie giocate.
Ma qual è stata la spinta propulsiva che ha trasformato il calcio nella colossale industria milionaria che è oggi? La causa è da ricercare sicuramente nell’incessante sviluppo tecnologico, ma anche e soprattutto nel modo in cui i tifosi si sono trasformati sempre più in consumatori.
L’accento sull’intrattenimento

Come già accennato, l’avvento della televisione è stato il primo passo verso la trasformazione degli incontri calcistici in eventi mediatici. Oggi, grazie alle pay tv e ai social media, non solo è possibile assistere ai propri match preferiti in diretta, ma si può anche commentare i momenti salienti condividendo istantaneamente le proprie considerazioni con il mondo intero.
Questo, in primis, il cambiamento che ha reso il calcio non solo un appuntamento domenicale, ma un elemento da vivere costantemente nell’arco della propria quotidianità. Di conseguenza gli incontri e i campionati sono diventati sempre di più, motivo per cui i calciatori professionisti devono necessariamente essere più atletici e resistenti rispetto a quelli del passato.
In virtù dell’intrattenimento, è facile notare come le strategie in campo siano sempre più orientate verso approcci offensivi, mentre l’assetto difensivo è stato ridotto in maniera sempre più decisiva. Del resto, il famoso catenaccio all’italiana, che un tempo fu l’arma vincente del calcio nazionale, oggi porterebbe i tifosi alla noia assoluta.
Stipendi e compensi più elevati
Pensare che Francesco Totti, nel corso delle sue 25 stagioni alla Roma, abbia guadagnato 85 milioni di euro, fa certamente sorridere. L’ingaggio di Cristiano Ronaldo da parte dell’Arabia Saudita, per fare un esempio, ha portato al calciatore portoghese una cifra monstre pari a 200 milioni di euro. Al Real Madrid, Mbappè percepisce uno stipendio che si aggira tra i 25 e i 30 milioni netti all’anno.
Che ci sia un distacco netto rispetto al passato, insomma, lo testimoniano i numeri. A generare questo incremento nei compensi dei calciatori concorrono una grande varietà di fattori. Le società di calcio, infatti, percepiscono entrate significative sia dalla vendita dei biglietti quanto anche dalle sponsorizzazioni e dalle royalties legate ai diritti televisivi. Il fatto che la fanbase legata al calcio sia ogni anno più consistente, dunque, porta a guadagni via via più elevati.
Che lo si voglia considerare un bene o un male, insomma, attorno alle società calcistiche circolano giri d’affari significativamente più importanti rispetto al passato. A ciò si aggiunge il fatto che i moderni giocatori, complice la propria fama e visibilità, sono diventati veicoli perfetti per spot televisivi e pubblicità, i cui compensi si sommano ai già faraonici stipendi che percepiscono.
Uno sport globale
La globalizzazione, che ha investito la quasi totalità dei settori della produzione mondiale, ha chiaramente influito parecchio anche sull’industria calcistica. Il mercato, come è facile vedere, è diventato un mercato internazionale, e oggi la competizione per accaparrarsi i giocatori migliori è spostata su un piano decisamente più ampio rispetto a 30 anni fa.
Una delle evidenze maggiori è riscontrabile dal fatto che, ormai, anche nei campionati nazionali come la Serie A o la Serie B, i giocatori in campo sono principalmente stranieri. Allo stesso modo, tantissimi giocatori italiani varcano i confini internazionali raggiungendo club di eccellenza come il Paris Saint Germain, Newcastle o Tottenham. Gianluigi Donnarumma e Sandro Tonali sono soltanto due esempi che descrivono perfettamente questo fenomeno.
Da gioco a show miliardario
È impressionante, in effetti, notare come la disciplina calcistica abbia cambiato la propria forma in poco meno di 30 anni. C’è chi pensa che i soldi abbiano ormai un ruolo troppo centrale, e chi invece gioisce per la maggiore competitività e la migliore fruibilità degli eventi rispetto al passato. Ciò che è certo, è che come tutti i fenomeni umani, anche il calcio si evolve continuamente, adattandosi ai tempi e alle circostanze che incontra.
Questo significa che sicuramente, nel giro di altri 30 anni, questo sport continuerà a cambiare e a mutare in base al nuovo tipo di società che verrà formandosi. Conviene, a tal proposito, tenere gli occhi puntati sulle moderne tecnologie legate alla realtà virtuale e alla realtà aumentata. Gli esperimenti effettuati con le body cam, in effetti, lasciano presagire che un domani, molto probabilmente, gli eventi sportivi potranno essere offerti anche in modalità POV (Point of view). Ma queste sono soltanto speculazioni.
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