Zamparini: "Vittoria per Termini Imerese? No, il calcio non c'entra" - Calcio News 24
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2009

Zamparini: “Vittoria per Termini Imerese? No, il calcio non c’entra”

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Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ha rilasciato un’intervista ad Affari Italiani andando a toccare anche questioni distanti dall’attualità  strettamente calcistica. Queste le parole del patron rosanero: “Dedicare una vittoria contro la Juve agli operai di Termini Imerese? Non vorrei coinvolgere il calcio in queste operazioni qui. Io sono solidale con gli operai di Termini Imerese, ma non ce l’ho nè con la Fiat, nè con la Juventus. Soprattutto non vedo come centri la società  bianconera con la fabbrica”. Zamparini ha ribadito la propria solidarietà  verso gli operai in difficoltà , ma non vede il nesso col discorso calcistico: “Io come Palermo Calcio e come persona sono solidale con loro, mi preoccupa molto. Però non vedo come ritorcere una cosa triste come gli operai che sono senza lavoro lì, contro la Juventus”. Il contributo del Palermo alla causa risiede nelle tasse pagate dal club: “Il compito del sociale con le tasse che paghiamo è di questo Stato. Visto che il Palermo è il maggior contribuente della Sicilia, penso con 14-15 milioni all’anno, direi che la Regione che le incassa deve pensare a queste cose. Il Palermo calcio ha già  grandi preoccupazioni per portare in pareggio il proprio bilancio. Contenere il tetto ingaggi? Prima di tutto bisogna ridurre la tassazione come nei Paesi esteri. E poi si dovrebbe ridurre gli ingaggi ma è molto difficile. Non è l’Italia che fa il tetto degli ingaggi ma l’Europa. Io ci starei domani mattina perchè mi diverto anche a vedere il calcio dilettantistico, però il vero problema dell’Italia non è il calcio o i costi dei giocatori, come non lo sono nè le evasioni fiscali, nè altre stupidaggini che incidono per l’1% sul globale”. Questo, secondo uno Zamparini sempre schietto, il reale problema: “E’ lo Stato che ci ha ridotti in 20-30 anni di inefficienza: in un Paese in cui le nostre piccole aziende, che erano il nerbo della nostra economia e il vanto di essa, sono messe in ginocchio e costrette a chiudere. Senza che nessuno ci pensi. A Roma si parla di chi ha toccato il culo a una modella e non dei problemi degli italiani. Ed è sbagliato pensare che debba essere il calcio a farlo”. Zamparini ha infine escluso che il calcio italiano si possa considerare in crisi: “Non c’è nessuna crisi del calcio italiano. Sta benissimo dal punto di vista finanziario perchè i paletti che hanno messo funzionano fin troppo bene. Nessuna società  può fallire, ogni operazione è coperta da fidejussione bancaria. Dal punto di vista dei risultati non andiamo mica male. Sono in fallimento il calcio inglese, spagnolo, tedesco dove ci sono dei bilanci paurosi”. Zamparini sostiene dunque che la ‘via italiana’ sia quella giusta: “Gli altri dominano e vincono proprio perchè non hanno paletti. Il calcio inglese non ha nessuna fidejussione e una fiscalità  molto bassa e quando il calcio spagnolo si permette di portare via Kakà  e Ibrahimovic ai nostri club è perchè li pagano 3-4 milioni in più di ingaggio e 60-70 milioni in cartellino. Secondo me sono dissennati loro, non dobbiamo seguirli. Prima o poi faranno flop, specialmente in Spagna”.