Le lacrime di Aguero sono quelle di tutti gli amanti del calcio
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Le lacrime di Aguero sono quelle di tutti gli amanti del calcio

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El Kun Aguero ha annunciato tra le lacrime il suo addio: si ritira una leggenda del calcio

Purtroppo ci eravamo già messi l’anima in pace da qualche tempo: non vedremo più Sergio Aguero su un campo di calcio. La notizia era nell’aria da qualche settimana, dopo il malore accusato lo scorso 31 ottobre nel match contro l’Alaves. Nella commovente conferenza stampa di ieri al Camp Nou, la pietra tombale sulla carriera di un calciatore straordinario.

Perché El Kun non è stato esattamente una comparsa negli ultimi quindici anni, anzi. Possiamo tranquillamente annoverarlo tra i dieci migliori attaccanti del nuovo Millennio e, qualora non bastasse l’opinione personale, ecco numeri e statistiche a definirne la grandezza.

Sono 438 le reti collezionate in poco più di 800 partite da professionista tra club e Nazionale argentina. Dagli esordi con l’Independiente, allo sbarco appena diciottenne in Europa con l’Atletico Madrid. Con i Colchoneros si afferma a livello continentale, conquistando anche l’Europa League del 2010, ma è con la maglia del Manchester City che Aguero accarezza la leggenda.

Cinque trionfi in Premier League, compresa l’indimenticabile gemma nel 2012 contro il Queens Park Rangers che regalò all’ultimo secondo quell’apoteosi che mancava da ben 44 anni al club. E poi ancora una decina di altri trofei sparsi, con 260 reti a riscrivere la storia dei Citizens.

Fino a questo maledetto secondo semestre del 2021, con il passaggio al Barcellona nel sogno estivo di giocare al fianco di Leo Messi. Poi la partenza in direzione Parigi della Pulga, in una valle di lacrime dal sapore (e dal valore) ben diverso, e gli ultimi mesi di sofferenza e inquietudine.

Lacrime, si diceva, che nei cinque minuti in cui il centravanti argentino ha spiegato la propria decisione sono scese copiose sulle guance, sicuramente non solo sulle sue. Così come ha commosso la voce rotta dell’emozione nel momento in cui ha ricordato i compagni di una vita calcistica davvero troppo breve. «Finisco a testa alta e sono molto felice». Non alta, Kun, altissima.