Buon compleanno a… Kai Havertz - Calcio News 24
Connettiti con noi

Calcio Estero

Buon compleanno a… Kai Havertz

Pubblicato

su

Havertz

Oggi Kai Havertz compie 24 anni. Come ogni giocatore del Chelsea, ha trascorso un’annata deludente, che ha rappresentato un ridimensionamento forte per un club che solo due anni fa alzava la Champions League proprio grazie a un suo gol. E che, ancora col contributo decisivo del giovane talento tedesco, diventava campione del mondo.

Il calcio va sempre più veloce e confermarsi ad alti livelli diventa ogni giorno più difficile. Fondamentale per risalire è non nascondersi dietro le giustificazioni di comodo, anche se per i calciatori non è semplice comunicare esattamente il loro pensiero, si pesano le virgole e i sospiri neanche ogni loro dichiarazione fosse una questione di Stato. Ma Havertz, in questo mondo, ci sa stare con una sua leggerezza. Non che sia distaccato, ma sa dare il giusto peso alle cose, dopo avere attraversato come tanti il momento nel quale ogni critica la si assorbe male, senza distinguere chi te la fa e perché: «Bisogna essere equilibrati. Se stai giocando male, ciò non ti rende la persona peggiore sulla terra, così come i momenti in cui va tutto bene non sono reali. Se non segno, tutti sono arrabbiati con me, dicono che gioco da schifo, se poi segno tutti dicono che sono il miglior giocatore. La gente mi ama adesso, ma forse tra due settimane mi odierà di nuovo. Non importa quanto bene ho giocato, torno a casa e la mia ragazza vuole che metta i piatti nella lavastoviglie». Se hai questa consapevolezza, puoi anche arrivare a offrire una nitida fotografia su cosa sia successo quest’anno al Chelsea, come ha rivelato in un’intervista a Kicker: «Tutto ciò che poteva andare storto, è andato storto. La stagione era iniziata in modo relativamente regolare: c’è stato un passaggio di proprietà, che è stato un grande cambiamento per l’intero club. Poi Thomas Tuchel è stato esonerato e questo ovviamente fa la differenza in una squadra come questa. Quando vinci con un allenatore e poi viene licenziato senza motivo… Dopo la Coppa del Mondo non abbiamo giocato molto bene e abbiamo perso molti punti. Inoltre sono arrivati molti nuovi giocatori durante il mercato invernale e avevano bisogno di sentirsi a proprio agio per poter mostrare la loro qualità».
Havertz continua ad avere molti estimatori che riconoscono il suo status di giocatore determinante, mentre agli inizi prevaleva in lui un’immagine di eleganza non associata a un’adeguata personalità.

Peraltro, anche in un anno no, ci sono stati momenti assolutamente sì e uno su tutti va raccontato per capirlo. Negli ottavi di Champions, Borussia Dortmund e Chelsea hanno dato vita a due incontri che hanno offerto spettacolo e una quantità di spunti da rendere felici gli analisti. In Germania, all’andata, ha giocato da centravanti e si è percepito in vari momenti che era una forzatura, non andava al tiro perché era come in quella posizione non possedesse i codici e preferisse distribuire il gioco come ha sempre fatto, con tecnica oltremodo raffinata. E infatti, in un’azione in ripartenza, ha servito un gran pallone a Joao Felix, che l’ha stampato sulla traversa.

Al ritorno molti gli avevano ricordato un fatto che più che una statistica assumeva il carattere di un tabù, se non di sortilegio: contandola sua frequentazione della Bundesliga nei quattro anni trascorsi al Bayer Leverkusen, in 9 gare contro i gialloneri non era mai riuscito ad andare in gol. Deve avere pensato che fosse la solita storia quando con grande prontezza ha colpito il pallone da una corta respinta e con perfetta coordinazione l’ha fatto andare sul palo. Ancor più deve avere creduto che non fosse proprio anno, né per lui né per il Chelsea, quando ha segnato centrando al millimetro l’incrocio dei pali e l’exploit gli è stato annullato per fuorigioco. Infine, quando il Var ha accordato il rigore che poteva valere il passaggio del turno e lui dagli 11 metri ha spiazzato il portiere ma si è visto nuovamente un palo impedirgli di festeggiare, avrà immaginato che dalla panchina Potter se lo sarewbbe sbranato. Ma c’è un limite a tutto, si sarà detto, quando l’arbitro gli ha comunicato che doveva ritirarlo perché Maier si era mosso prima. E allora ha voluto rivivere la stessa scena, ha calciato esattamente come prima e stavolta non c’è stato nulla per impedirgli di essere felice.