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Calcio Estero

Buon compleanno a… Ruslan Malinovskyi

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Gli auguri di compleanno di oggi a Ruslan Malinovskyi, centrocampista ucraino di proprietà del Marsiglia ed ex Atalanta

Oggi Ruslan Malinovskyi compie 30 anni. Pensare a cosa gli si può augurare è molto semplice perché non è nient’altro che l’auspicio da rivolgerci tutti insieme: che per la sua Ucraina arrivi il tempo della cessazione delle ostilità e della pace e si possa uscire da tutto quel dolore che ha preso inizio più di un anno fa. I calciatori vengono considerati giustamente emigranti di lusso e molti fra loro non fanno nulla per mascherare la loro condizione di privilegio. Ma non deve essere semplice per nessuno, qualsiasi sia la sua condizione economica e professionale, vivere lontano dalla propria terra e vederla bombardata quotidianamente. Ci si deve sentire, immaginiamo, scissi a metà: corpo da una parte, cuore, pensieri e anima dall’altra. Un po’ come la stagione di Ruslan – e qui stiamo parlando prettamente di calcio – trascorsa prima a Bergamo e poi a Marsiglia.
Ricapitoliamo i fatti, tenendo insieme i due aspetti. Quando l’anno scorso Putin decide l’invasione, Malinovskyi è un giocatore dell’Atalanta. Quasi a ricordare che ogni cosa si tiene e lo sport riesce – non sempre – ad aggiustare i conflitti, nello spogliatoio convive con un russo, Aleksey Miranchuk. Quel che accade lo racconta uno dei compagni, Matteo Pessina, ragazzo sensibile, che affida al suo profilo Instagram un messaggio forte: «Stop alla guerra in Ucraina! Nel nostro spogliatoio i due popoli coinvolti in guerra hanno i volti di Ruslan e Aleksey. ‘Mali’ un ragazzo introverso, disponibile e con un carattere forte. ‘Mira’ un ragazzo semplice, forse il più buono che conosca, timido e con passioni molto simili alle mie. L’altro giorno, mentre la follia della guerra metteva contro Russia e Ucraina, loro a Zingonia si sono abbracciati. E noi ci siamo stretti a loro e continueremo a farlo in questo momento difficile come una grande famiglia. Sarà banale sentire un calciatore dire ‘no alla guerra’. Sarà banale sentirgli dire che la guerra è sbagliata, sempre. Ma se fosse davvero così banale non saremmo qui, nel 2022, a ribadirlo tutti insieme. Ci penso da giorni ma non riesco a darmi una risposta: come può accadere dopo le sofferenze provate negli ultimi due anni? Questo è il calcio che unisce ciò che la follia umana prova a dividere». In quei giorni, è normale che il pallone non sia la prima delle preoccupazioni. Eppure, forse perché ogni occasione può essere un’opportunità per un gesto, Malinovskyi risponde di sì a Gasperini che gli chiede se se la sente di scendere in campo contro l’Olympiacos. L’ucraino fa di più: segna una doppietta e mostra una maglia che chiede pace, a rafforzare il pensiero espresso dalla moglie Roksana: «Piango e prego per il mio Paese, per il nostro popolo, per la mia casa. Le notizie russe non dicono la verità. Dicono che stanno proteggendo l’Oriente da noi! Questo è un crimine contro tutta l’umanità, come si può fermare questo orrore?».

Per la seconda stagione di fila, Malinovskyi chiude il 2021-22 in doppia cifra. Ma nell’estate scorsa si percepisce che l’allenatore vuole una maggiore concorrenza nel reparto offensivo. Gasp lo dice a chiare lettere.

Già ad agosto si prospetta il trasferimento in Ligue 1, in un club di primissima fascia quale il Marsiglia, attualmente ancora in corsa per riuscire a strappare il titolo al Psg.

Un’opzione che si concretizza solo a gennaio di quest’anno, dopo che il giocatore è riuscito a lasciare un solo segno in Atalanta-Milan. E lo fa nel modo a lui congeniale, con una botta da fuori. E proprio su questo, quando approda in Francia, non manca di fare polemica alla conferenza di presentazione: «Gasperini mi diceva di non tirare troppo in porta perché segnavo poco. Io all’Atalanta ho fatto tanti goal dalla distanza». Una descrizione reale del suo gioco, un’abitudine che non ha perso in una delle partite più importanti giocate oltralpe, la gara di coppa col Psg, quando il suo sinistro ha infilato il pallone sotto la traversa, impossibile da prendere per Gigio Donnarumma. Se i missili di cui parlare fossero esclusivamente di questo tipo, il mondo sarebbe un posto migliore: per gli ucraini, i russi e tutti quanti.