Capello realista: «Il problema non è il ct, ma la qualità dei calciatori» - Calcio News 24
Connettiti con noi

Italia

Capello realista: «Il problema non è il ct, ma la qualità dei calciatori»

Pubblicato

su

fabio capello

Fabio Capello sui prossimi impegni della Nazionale italiana con il debutto del ct Di Biagio contro Argentina e Inghilterra

La Nazionale italiana riparte da Gigi Di Biagio contro Argentina e Inghilterra. Fabio Capello, ex tecnico di Milan, Juventus e Real Madrid, si è tolto dalla corsa a prossimo ct dell’Italia e rivela il vero motivo nell’intervista al Corriere della Sera: «L’esperienza ce l’ho, ma con le nazionali ho già dato e l’anagrafe è pesante. Un ex azzurro sente sempre l’emozione dell’inno, però facciamo andare avanti i giovani». Allo stesso tempo commenta la possibilità di una conferma per Di Biagio: «Sì, lo dice la nostra storia. Che è stata scritta da tanti allenatori ‘federali’, come Bearzot, Vicini, o Maldini. Lui fa bene a volersi giocare le sue carte».

Per Capello, infatti, la crisi del movimento italiano è puramente tecnica, legata ai calciatori e non ai ct: «Ripartenza? Qualcosa di positivo si è visto. C’è la voglia di essere di nuovo competitivi a livello europeo, almeno come club. Come Nazionale bisogna vedere i giocatori e il loro livello: in A magari ci sembrano bravissimi, ma hanno partecipato a poche competizioni internazionali, vincendo ancora meno. E si rivelano mediocri. Il problema non è il c.t., ma la qualità dei calciatori a disposizione. Se non ce li hai, se non riesci a produrre un buon calcio, puoi inventarti quello che vuoi, ma non fai tanta strada».

Prosegue Don Fabio, parlando delle critiche rivolte a Buffon in Nazionale: «Sono frutto dell’invidia tipicamente italiana. Da noi lo sport nazionale è bruciare tutto, senza rispetto per la storia che uno ha avuto. Buffon può essere utile a Di Biagio». Cosa importare dall’estero? «Da noi si parla troppo di tattica e poco di tecnica. Ma con la velocità del calcio moderno senza tecnica non si va da nessuna parte. In Spagna hanno il calcio a 5 nelle scuole, che è basilare per la crescita tecnica. Ma noi delle scuole ce ne siamo dimenticati».