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2015

Moggi-Facchetti: «Inter-arbitri: lobby»

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moggi libro giugno 2014 ifa

Evidenziati «rapporti privilegiati e comportamenti condannabili»

Il giudice milanese Oscar Magi ha riconosciuto come «lavoro di lobbing» le telefonate di Giacinto Facchetti con i designatori arbitrali e gli arbitri stessi. E’ quanto emerso dalle motivazioni della sentenza che ha assolto Luciano Moggi dalle accuse di diffamazione della memoria dell’ex presidente dell’Inter in tv. Il giudice ha, infatti, stabilito che le frasi pronunciate da Moggi «contenevano con certezza una buona veridicità». Le circostanze citate sono «certamente non inventate, anche se certamente meno gravi delle sue». Fra le righe delle motivazioni compaiono espressioni come «rapporto amicale» e «rapporto preferenziale» con il mondo arbitrale.

RAPPORTI PRIVILEGIATI – Questi sono gli argomenti, come riportato da Tuttosport, per i quali la Juventus si è vista togliere due scudetti e retrocedere in B. Ora sono stati attribuiti all’Inter: secondo il giudice, infatti, le telefonate in questione «costituiscono un elemento importante per qualificare una sorta di intervento di lobbing da parte dell’allora presidente dell’Inter nei confronti della classe arbitrale» e sono «significative di un rapporto di tipo amicale» e «preferenziale» con «vette non propriamente commendevoli».

LA REAZIONE – Dopo la pubblicazione delle motivazioni Facchetti jr probabilmente deciderà di ricorrere in appello. Lo ha annunciato il legale Corrado Limentani, che ha commentato le motivazioni della sentenza: «All’inizio ero arrabbiato, poi leggendo bene le motivazioni si capisce che il giudice chiarisce le diverse posizioni. Comunque Gianfelice non ne condivide le conclusioni e probabilmente faremo appello. Il giudice spiega che in buona fede Moggi si era fatto la convinzione di una condotta non lecita di Facchetti. E’ stato assolto quindi per diritto di critica. Nello specifico, vorrei comunque ribadire che non era Facchetti a chiamare, ma erano i designatori a cercarlo. Erano telefonate di cortesia, amichevoli e anche scherzose. Di certo non illecite».