Euro 2020, Italia-Spagna: il coraggio delle idee sulla strada verso la Finale
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Euro 2020, Italia Spagna: il coraggio delle idee sulla strada verso la finale

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Italia e Spagna hanno avuto il coraggio di cambiare e ora si trovano una di fronte all’altra, con sullo sfondo un posto in finale di Euro 2020

Sono passati appena quattro giorni e tanto si è detto su questa partita. E per quanto se ne parli e si cerchi di cavarci fuori qualcosa di già visto, si torna sempre al punto di partenza: in tempi recenti, non abbiamo mai visto un Italia-Spagna come quello che ci attende stasera. Il merito può essere tranquillamente preso dalla Nazionale di Mancini, tanto lontana dalla tradizione azzurra quanto dal curriculum del tecnico jesino. Ma anche dalle Furie Rosse di Luis Enrique, al centro di un ricambio generazionale che, nonostante tutto, li vede ancora lì sul palcoscenico principale a giocarsi l’ennesimo pezzo di storia.

Roberto Mancini ha fatto quanto di più impronosticabile alla vigilia dell’inizio di Euro 2020: è riuscito a far ricredere tutti. Ogni detrattore sulle convocazioni, sulle sue capacità di allenatore, su simpatie o antipatie di sorta inerenti al movimento calcistico italiano. Ha saputo cogliere questo movimento di rilancio generale del Paese, ricollocatosi incredibilmente su un mappamondo che sembrava fino a poco tempo fa troppo elitario per noi. Invece tra eventi extra sportivi (come i Maneskin all’Eurovision e nella compilation mondiali), o oltre il calcio (vedi la splendida Nazionale di Sacchetti qualificata a Tokyo 2020), gli Azzurri il loro angolo di Europa, per ora, se lo sono presi con la forza. Superato lo scoglio più pericoloso, c’è sempre quello successivo a presentarti il conto e farti accorgere che la salita è sempre più lunga. Già contro il Belgio si è percepita un po’ di stanchezza sui giocatori “di corsa”, escluso (ahinoi) soltanto il povero Spinazzola. Dietro la baracca regge, tanto da sembrare ancora quel bel castello edificato ormai un decennio fa e invecchiato ancora meglio con il passare del tempo; di fronte, Chiellini e Bonucci si troveranno Morata, giocatore che hanno svezzato loro ad alto livello e del quale conoscono movimenti, punti di forza e, soprattutto, difetti. Il resto della squadra è un conglomerato di talento ancora inespresso, in buona parte, ma solido e unito. Non traggano in inganno i supplementari giocati con Croazia e Svizzera, nonostante i domini in campo: se non avessero avuto carattere, sarebbero andati fuori da un pezzo.

Questa Italia è sulla carta la peggior squadra per la compagine iberica da affrontare. Semplicemente, perché gioca il loro calcio. O un prototipo. Meno tiki taka, più possesso verticale e ad alto ritmo. Ha detto bene Capello sottolineando la lentezza della manovra spagnola, non intendendola come un difetto a 360°. Se l’Italia si trova a giocare a bassa intensità, rischia di perdere tutti gli spunti che hanno fatto la differenza finora: il dinamismo e le incursioni dei centrocampisti, lo spunto degli esterni offensivi e difensivi, la profondità garantita, con più o meno fortuna, dalla punta di turno designata. Di contro, la squadra di Luis Enrique copre bene il campo: se Morata spazia in ogni direzione, il pericolo sono soprattutto le due ali d’attacco nel loro convergere in mezzo all’area. Per non parlare di Koke, il coltello che Simeone usa da anni per colpire al cuore anche gli avversari più preparati e con cui ha conquistato due campionati spagnoli, due Europa League e giocato due finali di Champions. Il vero talento, tuttavia, è un giocatore su cui la Federcalcio spagnola punterà per almeno il prossimo decennio: Pedri, classe 2002 che gioca da veterano a comandare i movimenti della squadra.

PROBABILI FORMAZIONI

ITALIA – Non si può parlare di scelte obbligate per una squadra che ha dimostrato a più riprese di saper rispondere colpo su colpo ad ogni necessità. È stato così con Di Lorenzo quando è stato lanciato nella mischia, tanto quanto Locatelli nel sostituire in maniera eccellente Verratti. Ora tocca ad Emerson Palmieri far rivedere quel giocatore dinamico dei primi due anni al Chelsea, in sostituzione di colui che finora era stato il migliore della banda azzurra. Insieme a lui in difesa non si toccano Bonucci e Chiellini, tantomeno il terzino del Napoli che non ha concesso sbavature finora. In una sfida che si potrebbe giocare sui 120’, il recupero di Florenzi resta una manna dal cielo. A centrocampo pochi dubbi sull’impiego del terzetto che ha annullato la mediana, e di conseguenza abortito la maggior parte delle ripartenze, del Belgio. Improbabile, altresì, il cambio in attacco. La gestione Morata, nella Spagna, fa scuola e si è dimostrata impeccabile. Una bocciatura in semifinale priverebbe l’Italia di un giocatore che finora è sempre stato utile alla compagine di Mancini, abbattendolo più dal punto di vista psicologico che tecnico. Immobile ci sarà, come ci saranno anche Insigne e Chiesa.

ITALIA (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa, Immobile, Insigne. All. Mancini.

SPAGNA – Luis Enrique si è sempre fatto pochi problemi a cambiare uomini e schieramento e la sua gestione finora è stata intelligente. La Spagna ha vinto soltanto una partita nei 90’ in tutto il suo Europeo, ma non ha mostrato eccessiva fatica fisica né crolli di autostima. La girandola dei cambi può diventare una vera e propria arma per le Furie Rosse, che hanno sedute organizzate con lo psicologo di squadra e sessioni post allenamento dedicate, ogni giorno, esclusivamente alla preparazione dei calci di rigore. Ai quali risponderà Unai Simon, l’uomo che ha confinato in panchina De Gea, infilato la sua stessa porta contro la Croazia ma anche dato prova di sé in diverse situazioni. A scricchiolare, piuttosto, è la difesa davanti a lui: la coppia Laporte-Pau Torres non convince, quindi assodata la buona condizione del centrale del City si potrebbe comporre l’inedita coppia con Azpilicueta, spostato occasionalmente dalla fascia di competenza. In questo caso Llorente andrebbe a prendere posto sulla destra, con Jordi Alba confermato sulla corsia mancina. Koke, Busquets e Pedri sono intoccabili a centrocampo come, in attacco lo è Morata. Il giocatore della Juventus sarà coadiuvato da Olmo e Ferran Torres, complice l’infortunio occorso a Sarabia dopo il quarto di finale.

SPAGNA (4-3-3): Unai Simon; Llorente, Azpilicueta, Laporte, Jordi Alba; Koke, Busquets, Pedri; Ferran Torres, Morata, D. Olmo. All. Luis Enrique.