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Il Brasile sa essere all’altezza della propria bellezza?

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Il Brasile ha vinto per 1-0 la seconda partita del suo Mondiale contro la Svizzera, ma sa essere all’altezza della propria bellezza?

La seconda giornata del Mondiale è sempre un po’ figlia della prima e la regola è valsa per leggere il primo tempo di Brasile-Svizzera. Ancor più dopo il risultato di parità tra Serbia e Camerun, che di fatto consegnava alle due squadre un buon vantaggio preventivo. Non che i verde-oro abbiano deciso di non schiacciare sul piede dell’acceleratore, ma certo potevano permettersi lo stesso atteggiamento diesel – anzi, anche di più – evidenziato nella gara d’esordio con la Serbia. D’altra parte, il 46% di possesso palla della Svizzera nel primo tempo diceva che l’operazione pareggio stava riuscendo alla squadra più debole che fa del realismo la sua filosofia: inutile avventurarsi in quel che non si fa fare.

Perciò, poche le incursioni davanti, ma anche pochissimi rischi dietro. Con un Brasile che andava spesso a intubarsi cercando scambi nello stretto fidandosi della propria tecnica, non facendo tesoro della vera occasione creata dai due esterni nel primo tempo: grande lancio di Raphinha da destra e Vinicius ad arrivare a concludere sporco al volo. Poi, nella ripresa, il Brasile ha tenuto schiacciata la Svizzera fino a quando ha trovato la rete del vantaggio. Ed è lì che si sono ritrovate le coordinate attese. La superiorità di una squadra sull’altra. E, soprattutto, l’averla esplicitata con l’ennesimo gol di assoluta bellezza. Nella rete di Casemiro c’è il sapore dell’antico futbol bailado rivisitato con il surplus di velocità necessaria per stare dentro i tempi di Tik-Tok.

Ed è stato dopo questo ennesimo miracolo calcistico, che si è vista quanto il Brasile dovrà essere capace di stare all’altezza dell’euforia che lui stesso sa creare. Nello stadio in delirio, davanti a una tribuna di tifosi eccellenti quali Cafu, Ronaldo, Roberto Carlos e Kakà, si è iniziato a gigioneggiare, a sbagliare molto, a eccedere in personalismi, a inventare deliziosi assist d’esterno ed esercitarsi in rabone improvvise. La domanda è se il Brasile sa vincere solo così, mostrandosi bellissimo anche solo per brevi momenti, in un quadro di formazione solida che lascia Alisson a riposare per la seconda volta consecutiva.