Crisi Inter, Conte in difficoltà: serve subito la scossa
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Non è l’Inter di Conte: serve una scossa per evitare il terremoto

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Ancora un risultato deludente per l’Inter, che non riesce a gestire il gol di vantaggio contro l’Atalanta. Continua la crisi per Conte

Dieci partite, tre vittorie. Basta solo questo dato a fotografare l’inizio di stagione deludente dell’Inter. Il club nerazzurro era partito con altre premesse all’alba del secondo anno di Antonio Conte in panchina: consapevolezza di poter lottare finalmente alla pari per lo scudetto con la Juventus, oltre giocarsi le proprie carte come outsider di lusso in Champions dopo il bel percorso nell’ultima Europa League. Premesse finora disattese, con la campagna acquisti che non sta dando i frutti sperati al sergente leccese.

Nuova bocciatura a Bergamo per Eriksen, ma questa volta a farne le spese è stato anche Hakimi dopo la notte da tregenda di Valdebebas contro il Real Madrid. Ancora irriconoscibile de Vrij, Vidal anonimo e sprecone, mentre il rientrante Skriniar prosegue nella sua parabola involutiva. Il solito Barella (in versione trequartista mascherato) e un Lautaro Martinez assatanato non possono bastare a Conte per uscire dalla crisi. L’ex Ct della Nazionale ha puntato il dito contro i suoi per non aver gestito al meglio il vantaggio firmato dal ‘Toro’, spazzando via anche le voci che lo vogliono dimesso e senza mordente. «Sono fesserie, dico a queste persone di togliersi il vino dalla tavola» ha chiosato un nervoso Conte, però evidentemente questa Inter non mostra il furore classico del suo allenatore. In altri tempi i nerazzurri avrebbero portato a casa i tre punti: questo pomeriggio contro l’Atalanta, come anche nelle partite precedenti. 

Inter, Conte in crisi: la pazienza non è infinita

Conte, tecnico dell’Inter

Mancanza di attenzione, killer instinct e cattiveria. L’Inter ha perso quelle che sono le prerogative del suo condottiero in panchina, con il mister leccese che fatica a far veleggiare la propria creatura in acque tranquille. Clima poco sereno nello spogliatoio così come con la dirigenza, con la quale c’è la sensazione che nel vertice estivo di Villa Bellini sia stato sottoscritto solo un armistizio e non la chiara e reciproca intenzione di proseguire il matrimonio insieme. E’ il momento più delicato della parentesi di Conte a Milano e la sosta può aiutare tecnico, squadra e società a schiarirsi le idee. Serve un’immediata inversione di tendenza al ritorno dopo le Nazionali, il credito nei confronti dell’allenatore non può essere infinito. Conte e l’Inter devono darsi una scossa per evitare un clamoroso terremoto già a stagione in corso.