2014
La grande speranza
Esordio da urlo del fenomeno Neymar: batte da solo la Croazia e risponde presente
NEYMAR BRASILE CROAZIA MONDIALI – L’attesa è finita: Brasile 2014 è ufficialmente iniziato e lo ha fatto nel segno di uno dei suoi uomini più attesi. Neymar da Silva Santos Junior non ha tradito le aspettative ma è andato oltre: a sorprendere è il tempismo, il gioiello verdeoro non ha accusato una punta di tensione alla sua prima sfida mondiale – peraltro davanti al suo pubblico – ed è già completamente focalizzato sull’obiettivo.
SENSAZIONI CONFERMATE – In pieno. In diversi editoriali precedenti mi ero esposto su un Brasile troppo lontano dalla sua secolare tradizione: nel senso, estremamente solido ed equilibrato ma poco talentuoso. Nella competizione storicamente decisa dal talento dei fuoriclasse – fatta eccezione per casi sparsi qua e là – la sensazione forte dunque è che questo Brasile si sarebbe dovuto aggrappare alla vena di Neymar. Fino a dipenderne: se l’astro del Barcellona si fosse rivelato in grado di fare la differenza soltanto allora i verdeoro avrebbero avuto chance di affermarsi. Detto, fatto: il Brasile visto all’opera ieri procede a velocità di crociera eccessivamente limitata e soltanto Neymar riesce ad elevarne qualità ed imprevedibilità, estro e rapidità. Peso offensivo insomma.
FENOMENO NEYMAR – Numeri impressionanti. A soli ventidue anni l’attaccante sudamericano ha già siglato – tra club e nazionale – 184 reti. Circostanza che più di ogni altra gli è valsa l’enorme spesa sostenuta dal Barcellona per garantirsene le prestazioni. Una vicenda è quantomeno singolare: il suo compagno di squadra Leo Messi – pacificamente accreditato come il miglior calciatore al mondo – ha disputato otto partite nelle fasi finali del Mondiale (di cui sei da titolare tra Germania 2006 e Sudafrica 2010) realizzando un gol, Neymar in una partita ha già fatto centro due volte. Nessun paragone, ci mancherebbe, il brasiliano deve ancora dimostrare tanto: alle volte però, prima di iscriversi al folto partito dei detrattori, due conti andrebbero fatti. E non basarsi su una faccia ritenuta antipatica o su un carattere bollato come sbruffone ed ostentato.
UN MESE DA URLO – Proiettiamoci ora sull’immediato futuro: con la discussa vittoria su una buona ma poco incisiva Croazia il Brasile ha messo la freccia e la strada per la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta è in discesa. La sensazione forte resta quella di una complessiva lentezza di base e deficit di qualità ma c’è Neymar: sarà in grado di continuare a fare la differenza come già accaduto nella sfida d’esordio? Alla prima ha dato spettacolo. Ogni azione brasiliana è passata dai suoi piedi, ha preso palla a centrocampo fino a portarla nell’area avversaria, ha segnato quando il Brasile sembrava un pugile suonato alle corde ed ha dunque risposto presente. Scolari si frega le mani perché conscio dei limiti della sua squadra ma del valore della sua stella: in Brasile lo chiamano la nostra speranza e dunque sono ai suoi piedi per evitare un 1950-bis. Difficile anticipare se basterà o meno, ma è una grande speranza. Si scrive Neymar, si legge Brasile.