Lazio-Juventus: Sarri vs Allegri, uguali o diversi?
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Lazio-Juventus: Sarri vs Allegri, uguali o diversi?

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Tutto su Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri, protagonisti della sfida tra Lazio e Juventus di sabato sera

I due non si sono mai amati, anche se c’è da dire che vedendo il panorama attuale fra tecnici è abbastanza un’abitudine non essere proprio grandi amici. I due sono Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri, che domani si affronteranno in LazioJuventus e ci arrivano per certi versi in una condizione d’identità come poche altre volte. Perché i biancocelesti sono secondi in classifica, con un margine di vantaggio sulla concorrenza che sta diventando importante, mentre i bianconeri senza la penalizzazione sarebbero i primi degli sconfitti, a una distanza comunque siderale dal Napoli ma con una qualificazione in Champions League assolutamente sicura. Le ragioni che rendono affascinante il confronto sono innumerevoli. Proviamo a elencarne 5.
1) Il furto del corto. Oggi il Corriere dello Sport ha fatto i calcoli: la Lazio ha vinto 5 volte quest’anno per 1-0 ed è successo soprattutto negli ultimi 2 mesi. Vuoi vedere che il Comandante rivoluzionario si è andato a convertire al pragmatismo del livornese. Che peraltro ne contesta l’assunto, parlando di grande equivoco, perché i successi di misura vanno applicati ai tornei e non alle singole partite. Resta il fatto che di 1-0 lui ne ha già prodotti 8 in questo torneo.
2) Il vincente. Allegri ha sempre avuto dalla sua il peso delle vittorie. Poi dalla panchina della Juve è stato tolto, è arrivato Sarri e ha proseguito il ciclo degli scudetti. Se notate, nel merito di questa vicenda, non entrano praticamente mai. Anche perché non glielo chiedono.
3) La legge dei numeri. Filosofie opposte: ad Allegri non interessano (ma lo staff che glieli prepara ce l’ha: e se fosse una finzione?). Sarri li presentava ogni volta per dimostrare il merito della sua squadra. Comunque due stranezze: il razionalista che non li usa, l’esteta che misura così la bellezza.
4) Il dizionario. Sarrismo è entrato come termine nei vocabolari. Quando chiesero ad Allegri se sperasse anche lui di entrarci un giorno, elesse Fagioli a esempio di giovane calciatore che era un piacere da guardare. Suggerendo: gli ismi rovinano il piacere. Qualsiasi siano le idee, sarebbe un dibattito molto più produttivo della diatriba giochismo-risultatismo.
5) Aziendalismo. Ognuno dei due ha una propria capacità di stare dentro l’ambiente in cui lavora. Non sono assimilabili in nulla, probabilmente. Se non in una cosa: recentemente Sarri si è augurato di finire a Roma la sua carriera perché apprezza la lazialità. Allegri è uno juventino doc, checché ne pensino molti tifosi, da quelli che erano a Vinovo a contestarlo al giorno del suo arrivo ai tanti che non possono fare a meno di scriverlo senza aggiungerci in cosa un Out.