Milan, Piatek non spara più e paga Gattuso. Ma la colpa non è loro
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Milan, Piatek non spara più e paga Gattuso. Ma la colpa non è loro

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Piatek non incide e il Milan rallenta. Gattuso può pagare le conseguenze, ma la colpa non è del tecnico rossonero

Krzysztof Piątek ha perso lo smalto e il Milan ne risente. I rossoneri hanno vinto soltanto una partita nelle ultime 5 sfide che hanno seguito il crollo nel derby contro l’Inter. Molti tifosi hanno puntato il dito contro Gennaro Gattuso. Il tecnico rossonero non ha fatto nemmeno in tempo ad abituarsi agli elogi per il filotto di undici risultati utili da fine dicembre sino alla stracittadina, che ora si ritrova sulla graticola.

I risultati non arrivano, l’accesso alla Champions League oggi più che mai è a rischio, e l’allenatore rischia di diventare ancora una volta l’agnello sacrificale del Milan. I problemi della squadra non risiedono né in Gattuso nè nel bomber polacco, ma altrove. Semplicemente sono i bersagli più facili da colpire in questo momento.

Il Milan di Gattuso non è certo bellissimo da vedere ma ha dimostrato una marcia in più rispetto al passato: prima del periodo no successivo alla sconfitta contro l’Inter, i rossoneri avevano conquistato successi importanti, come quello contro l’Atalanta, e sembravano aver sviluppato il giusto cinismo che mancava contro le piccole, contro cui spesso si perdevano punti preziosi. Bisogna riconoscere che Gattuso abbia finora mantenuto un 4° posto nonostante la squadra rossonera non sia così superiore alle pretendenti.

Piatek ha messo a segno soltanto due gol dopo il derby, è vero. Rimane però difficile, se non ottuso, criticare un attaccante capace di segnare più di 20 gol all’esordio nel campionato italiano, senza patire il passaggio dal Genoa al Milan dal punto di vista realizzativo (fino alle ultime gare, si intende). Ad oggi sembra, invece, che la sconfitta contro l’Inter abbia determinato un vero e proprio crollo psicologico nello spogliatoio rossonero; lo si può evincere anche dalle differenze riscontrate nelle prestazioni offerte prima e dopo la stracittadina.

Inoltre, il problema principale resta il basso livello della rosa, troppo misera dal punto di vista qualitativo per poter competere contro il podio della Serie A, ma non solo. Suso è l’esempio più calzante per descrivere il Milan: dotato di potenziale, ma troppo discontinuo, oltre che psicologicamente insicuro. Servono investimenti mirati e ragionati sulle fasce e a centrocampo per poter permettere un definitivo salto di qualità ai rossoneri. Finora i ragazzi di Gattuso hanno miracolosamente ma immeritatamente difeso il 4° posto. Difficile dire per quanto la fortuna continuerà ad assisterli.