Pecchia e la carica Hellas: «Voglio un gioco propositivo» - Calcio News 24
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Pecchia e la carica Hellas: «Voglio un gioco propositivo»

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Il tecnico dell’Hellas Verona, Fabio Pecchia, è pronto ad affrontare l’esordio in Serie A: «Il Napoli è una Ferrari. Quanti ricordi sotto il Vesuvio…»

Le difficoltà, le vittorie, una promozione sofferta e il ritorno in A. Ritorno perché ci ha giocato quando calcava i campi italiani e perché è stato vice di Benitez nell’avventura Napoli. Tuttavia, Fabio Pecchia è pronto a riprovarci, stavolta in solitaria, alla guida dell’Hellas Verona e con una filosofia precisa: «Proporre il gioco, non speculare. Anche se ci sono momenti in cui non puoi farlo, non devi rinnegarlo. Tanti dicevano che non era adatto alla B, però siamo riusciti a mostrare qualcosa di buono a Verona».

IL PASSATO ALLA PORTA – E pensare che l’esordio arriverà proprio contro il Napoli del calcio-spettacolo: «Credo sia la massima espressione del calcio propositivo, un’auto che viaggia a 300 orari, con velocità e qualità». Come si ferma? «Mi viene da pensare: loro sono una Ferrari, noi un prototipo. Ma pretendo dai miei il meglio delle potenzialità». Lei ha debuttato in A con il Napoli, è stato capitano, si è anche laureato in giurisprudenza, è stato vice con Benitez: è un mondo che le appartiene. Adesso che è dall’altra parte e lo rivede, cosa prova? «Emozione: cinque anni da giocatore, due da allenatore, sono tanti nelle nostre brevi carriere. Mi hanno dato la possibilità di diventare uomo e giocare a certi livelli. Ho già sostituito Benitez squalificato con il Cesena, ma questa sarà la mia vera prima volta da allenatore in A. Sono molto più lucido, maturo, ho esperienze in grandi club che mi aiuteranno anche adesso».

ALLA CACCIA DELLA SALVEZZA – Ventura le ha svelato come far funzionare Cerci, visto che il c.t. è stato l’ultimo a riuscirci? «Qualche indicazione l’ha data. Ma Alessio viene da tre anni difficili, dato oggettivo – ricorda l’allenatore gialloblu a “La Gazzetta dello Sport” -. L’abbiamo voluto, abbiamo grandissima fiducia in lui, serve pazienza: tre anni di attività parziale incidono. Siamo felici perché sta lavorando con continuità: è uno che può fare la differenza ma ha bisogno di forza e di condizione. E su questo non abbiamo la bacchetta magica». Un anno fa avete convinto Pazzini a restare in B dicendogli che doveva indossare la canottiera del muratore: chi deve metterla quest’anno? «Tutti. Valeva anche l’anno scorso, ora sarà più facile. Non siamo i favoriti per il campionato». Se il Verona si salva cosa fa?Va in bici fino a Lenola, km 608? «No, non sono il tipo. Piuttosto un tuffo nel lago, perché no?».