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Ramirez: «Non mi sarei mai aspettato di essere senza squadra. Sampdoria e Bologna…»

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Gaston Ramirez si trova attualmente senza squadra e ha parlato della sua situazione dopo la scadenza con la Sampdoria

Gaston Ramirez, ex centrocampista della Sampdoria, ha fatto il punto da svincolato in cerca di una squadra: le sue parole al Corriere dello Sport.

SENZA SQUADRA – «Volendo continuare a giocare in Italia, ho detto no prima a un paio di squadre turche poi a una squadra brasiliana, speravo che essendo a parametro zero qualcuno si facesse avanti, invece… Non me lo sarei mai aspettato, anche perché con la Sampdoria credo di aver fatto bene. E mi sono sempre comportato correttamente, anche quando Ranieri mi ha fatto vedere poco il campo».

RESTARE ALLA SAMPDORIA – «Non penso che il problema fosse Ranieri, il discorso è più lungo. A un anno dalla scadenza il mio procuratore è arrivato in Italia per parlare con Ferrero, ma non c’è stato niente da fare. Ferrero avrebbe voluto cedermi l’anno prima, ero vicino al Torino, poi tutto saltò. E non conosco i motivi».

SPIAZZATO – «Purtroppo non ho avuto tempo di ragionare, o quantomeno non ero preparato a farlo. Sono rimasto spiazzato, credendo non solo di trovare un’altra squadra ma addirittura di poter fare il salto di qualità».

BILANCIO – «Non sono più il Ramirez del Bologna, quello era ancora un ragazzo che sognava a occhi aperti, ora sono un calciatore e una persona con i piedi per terra, sposato e con due figli meravigliosi. Ecco, se da una parte la mia situazione di professionista a spasso mi rene estremamente nervoso, da un’altra come padre mi godo i miei bambini, Elaine e Gael. Andando a scadenza ero consapevole di quelle che potevano essere le conseguenze, certo, anche alla luce di quanto il calcio oggi sia in difficoltà, ma ripeto che non ho mai fatto questioni di soldi. In Italia non mi ha chiamato nessuno, tutto qua».

BOLOGNA – «Ho chiamato Di Vaio ma mi ha risposto che non avevano posto. Anni prima parlai anche con Donadoni, ma il Bologna mi voleva solo in prestito e io non me la sentii di lasciare il Southampton. Tra l’altro in quel tempo mia moglie era incinta di Elaine, capirete, non potevo portarla a Bologna solo per qualche mese e neanche volevo lasciarla in Inghilterra da sola».

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