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Sfida per la FIGC, Tavecchio vicino al bis

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La campagna per la riconferma di Carlo Tavecchio sembra andata a buon fine: vicina la sconfitta del rivale Andrea Abodi, “tradito” anche dalla sua Serie B

Forse ce l’ha fatta: con un attento lavoro di diplomazia, Carlo Tavecchio potrebbe essersi assicurato la riconferma alla guida della FIGC. Lunedì potrebbe consumarsi il rinnovo della sua carica, visto che la Lega di Serie A sembrerebbe schierata in larghissima maggioranza con l’attuale reggente della Lega Calcio. Certo, nel segreto dell’urna tutto è possibile, ma la sensazione è che il voto della Serie A – guidato dalle grandi, in larga maggioranza compatte su Tavecchio e la sua riconferma – sposterà l’esito delle elezioni verso Tavecchio, che ha già dalla sua il voto della Lega Nazionale Dilttanti (34% del peso totale) e degli allenatori (10%). Sommato all’8-9% della Serie A, il sostegno dei club della massima serie diventerebbe fondamentale per il secondo mandato.

IL POTENZIALE SCONFITTO – Dall’altra parte, Andrea Abodi c’ha sperato a lungo. Era stato riconfermato alla guida della Lega di Serie B, ma voleva tentare la grande scalata, forte anche dei consensi da parte delle squadre della cadetteria. Invece proprio quelli che sarebbero dovuti essere i suoi alleati sembrano aver puntato sul suo avversario: come riporta “La Gazzetta dello Sport”, la maggioranza della Serie B (peso elettorale al 5%) avrebbe puntato su Abodi, ma qualche club – circa 8-10 società – avrebbero puntato su Tavecchio, lasciando ad Abodi il sostegno dei club di Lega Pro (17%) e dei calciatori (20%). Ciò nonostante, da parte sua continua a filtrare ottimismo per le elezioni di lunedì. Intanto, la Lega di Serie A rischia di rimanere senza presidente: per ora sono state prorogate le funzioni dei consiglieri federali uscenti – Maurizio Beretta, Claudio Lotito e Gino Pozzo -, rifacendosi a un pronunciamento della Corte Federale nel 2004. In ogni caso la misura sarà temporanea, magari dando due mesi alla Lega di Serie A per trovare un nuovo numero uno; altrimenti, ci sarà il commissariamento.