Ventura: «Vanoli? Che Torino! Tra Juve e Inter…» – ESCLUSIVA
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Ventura: «Vanoli? Batta il mio record, con lui il Torino sarà protagonista. Stupito dalla Juve, con l’Inter…» – ESCLUSIVA

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Gian Piero Ventura in esclusiva su CalcioNews24, dal cammino di Paolo Vanoli, alla lotta Scudetto tra Juventus e Inter in SerieA, fino a Torino Lecce 

Una manciata d’ore e poco più separano Paolo Vanoli dall’attesissima sfida di Serie A Torino Lecce. Alle 15 in punto di domenica 15 settembre il tecnico granata affronterà la compagine pugliese nel match valido per la quarta giornata di campionato. Una sfida che, complice il precedente successo con il Milan e le vittorie inanellate con Atalanta e Venezia potrà confermare il momentaneo primo posto in classifica del club piemontese. Ma non solo, qualora Vanoli dovesse superare Gotti e i suoi, diventerebbe il secondo allenatore nella storia del club a confezionare 10 punti nelle prime 4 giornate. Un primato riuscito (finora) solo a Gian Piero Ventura.

Ed è proprio con l’ex mister di Genova – storica conoscenza della panchina del Torino – che per CalcioNews24 quest’oggi abbiamo avuto il piacere di interloquire. Dai risultati dello stesso Vanoli (che Ventura ben conosce quanto suo calciatore prima collaboratore in Nazionale poi) ad uno sguardo di più ampio respiro sul campionato di Serie A. Così, in esclusiva per le nostre colonne, si è espresso Ventura

Buongiorno mister Ventura, iniziamo dalla nostra Serie A. C’è qualcosa che l’ha particolarmente colpita di questo avvio di campionato? Cosa l’ha incuriosita?  

«L’inizio del campionato secondo me è stato condizionato dal mercato aperto innanzitutto. Tutte le società, gli allenatori, hanno dovuto cominciare col mercato aperto: oggettivamente un non senso. Possiamo dire che praticamente il campionato inizi sabato. La vera sorpresa secondo me è stata la Juventus, se devo essere sincero. Ha fatto due buonissime partite anche se contro squadre non di livello, lasciando in panchina il 70% degli acquisti che aveva fatto. Questo significa che c’è un cambiamento proprio nel gruppo, nello spogliatoio. Vedere gli Under 23 che giocano e magari giocatori pagati 50 milioni che aspettano il proprio turno…è un segnale importante per una società come la Juventus». 

Dall’altra sponda del Po troviamo il suo Torino, la stupisce il (momentaneo) primo posto dei granata? 

«Non sono sorpreso dal primo posto del Torino. Sono tre partite quindi chiaramente lasciano il tempo che trovano, però credo che Vanoli sia un buon allenatore, ma soprattutto credo che abbia una rosa assolutamente competitiva. Il vero grande rammarico è non essere andati in Europa l’anno scorso, sono più sorpreso che il Toro non sia andato in Europa l’anno scorso piuttosto che del primo posto di quest’anno.

L’impressione che abbiano centrato il sostituto di Buongiorno con Coco e vedo che anche i due esterni che sono arrivati, al di là della punta che è andata ad integrare l’attacco, sono assolutamente adatti. Quindi anche la partenza di Bellanova secondo me verrà ammortizzata velocemente. Credo che il Torino possa veramente ritagliarsi uno spazio da protagonista. Quanto protagonista lo dirà il campo chiaramente».

Lei con Vanoli condivide un passato in comune, quali sono le migliori prerogative del tecnico? Che allenatore è? 

«Faccio una premessa: l’allenatore quando vince è sempre biondo e con gli occhi azzurri, mentre quando perde no (ride, ndr). Però Vanoli – che è stato un mio giocatore oltre che collaboratore – è uno che fa calcio. Non parla di calcio, lui lo fa. È uno che conosce il calcio.

I giocatori del Torino avevano bisogno di libertà mentale, di potersi esprimere. Porto l’esempio di Ricci, l’anno scorso aveva grandi difficoltà perché non aveva un gioco adatto a lui. Quest’anno è stato messo nelle condizioni di fare quello che rientra nelle sue caratteristiche e anche Ricci è diventato un giocatore importante». 

Quindi Vanoli sa come valorizzare i calciatori a sua disposizione? 

«Sa capire le caratteristiche dei giocatori, li mette nelle giuste condizionatori per svilupparsi. Oggi, se penso al centrocampo del Torino…con Ricci, Ilic, Linetty e poi Vlasic – anche se non so come verrà utilizzato – ma anche Gineitis. È un centrocampo oltre che giovane assolutamente stimolante. È un’annata questa dove credo sia la società che la tifoseria abbiano la possibilità di divertirsi».

Proprio Vanoli domenica in Torino Lecce potrebbe eguagliare il suo record: dieci punti nelle prime quattro…

«Glielo auguro, ma non solo: gli auguro di fare anche meglio! (ride, ndr). Poi questi sono dettagli che lasciano il tempo che trovano naturalmente. Quello che conta e che mi sembra di aver capito anche dalle dichiarazioni dei giocatori è che c’è già un gruppo unito, che condivide le idee di Vanoli e che ha voglia di mettere in pratica. Credo che sia la cosa più importante per un allenatore. Quindi di conseguenza per tutta la società».

Allarghiamo la lente e ritorniamo per un istante al campionato. Insieme al Torino al primo posto in classifica troviamo Juve e Inter, crede ci siano le premesse per una lotta scudetto tra la Vecchia Signora e i nerazzurri?

«Oggi a bocce ferme è chiaro che l’Inter parte un gradino avanti, per le idee, ma anche perché ha una rosa super competitiva. E’ reduce dalla vittoria in campionato ed è una squadra assolutamente convinta in quello che fa e di come lo fa. E su questo non c’è il minimo dubbio. Però non credo che sarà una passeggiata solitaria. Oggi parlare di chi o quali saranno le antagoniste…penso sia prematuro. Le due antagoniste naturali ad oggi potrebbero essere la Juventus e il Napoli. 

Il Napoli perché oltre a Conte ha fatto una squadra come lo stesso allenatore voleva, mentre la Juventus è fuori di dubbio che abbia costruito una rosa competitiva. Bisogna vedere se riuscirà ad amalgamare tutto questo. Intendo amalgamare idee e concetti. Quindi credo che l’Inter non potrà fare un campionato a sé».

Dietro le prime tre posizioni invece chi troviamo nella griglia scudetto di Ventura? 

«Sotto queste tre vedo Milan, anche se con un filo di difficoltà. E con il Milan la Roma, che ha fatto un mercato importantissimo. Chiaro che ci sono grandissime aspettative intorno ai giallorosssi. Però quando ci sono grandissime aspettative e perdi in casa con l’Empoli…è evidente che ci vuole un po’ di tempo e nel campionato italiano questo un ‘un po’ di tempo’ lo paghi con dei punti persi.

La risposta all’Empoli c’è stata contro la Juventus, dove la Roma secondo me ha fatto un’ottima partita. Quindi vuol dire che ci sono tutte le premesse affinché diventi anch’essa una protagonista, ma non penso al livello di Inter, Juve e Napoli».

Prima ha citato Samuele Ricci, uno dei nuovi volti della Nazionale di Spalletti, come valuta la reazione degli azzurri post Europeo con Francia e Israele?  

«Io credo che l’Europeo sia stato talmente brutto che non penso che possa essere nemmeno considerato come vero. Nel senso, è stato troppo negativo per essere vero. Però c’è un dato di fatto, secondo me all’Europeo molti giocatori sono arrivati affaticati, stanchi. Alcuni, come quelli dell’Inter, sono arrivati che avevano già vinto lo scudetto da 15 giorni. Quindi è normale che abbiano staccato anche un po’ la spina dal punto di vista mentale. Basti pensare al Dimarco visto all’Europeo e quello visto al Parco dei Principi in Francia. O al Bastoni dell’Europeo e quello che ha giocato in Francia. Stiamo parlando di due squadre completamente diverse. 

Credo che sia cambiato anche un po’ Luciano – dico Luciano perché è stato un mio giocatore, nonché grande amico – che forse ha tolto un po’ di pressione. Quando è arrivato, reduce dalla vittoria dello scudetto, in Nazionale ha messo regole anche un po’ ferree a cui i giocatori non erano oggettivamente abituati. Forse ha caricato un po’ troppa pressione, legata alla voglia di fare qualcosa di importante e questo probabilmente è stato pagato un po’. Oggi Spalletti l’ha dichiarato pubblicamente che si sente leggermente diverso e che ha tolto un po’ di questa pressione.

E l’Italia che ha vinto in Francia non ha vinto casualmente, ha vinto perché l’ha meritato sul campo. Attraverso una prestazione assolutamente importante. Credo si siano gettate le basi per sperare di avere qualcosa di importante per il prossimo futuro. Da giocatori come Ricci, Bastoni, Dimarco, ma anche da Tonali e Frattesi. Tonali ad esempio è rientrato dopo un anno di sosta e sembrava che non si fosse mai fermato, con una quantità e qualità assolutamente importante. C’è un dato però che che mi ha sorpreso…» 

Ci dica…

«Pensare che Tardelli, che nella nazionale ha più di 70 partite, ha fatto 6 gol. Mentre Frattesi ne ha fatti 7. È vero che è cambiato il calcio e il modo di giocare, però stiamo parlando di Tardelli: che è stato l’icona della Nazionale Campione del Mondo. E Frattesi in 8-10 partite ha fatto 7 gol…questo lascia ben sperare per il futuro della Nazionale»

In conclusione, la (ri)vedremo a Torino? Magari in tribuna a ricomporre il tandem Cairo-Ventura per assistere ad una partita di Vanoli?

«Sì sì, io ho casa a Torino quindi sicuramente verso i primi di ottobre ci sarò! Dopo 5 anni di Torino sono diventato tifoso del Torino. Quindi è il minimo che possa fare venire allo Stadio, non vedo l’ora di tornare»

Si ringrazia Gian Piero Ventura per la cordialità e gentilezza mostrata nel corso dell’intervista