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Buon compleanno a… Victor Moses

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Oggi Victor Moses compie 33 anni. Attualmente sta giocando nello Spartak Mosca ma ha un passato anche in Italia con la maglia dell’Inter

Oggi Victor Moses compie 33 anni. Attualmente sta giocando nello Spartak Mosca, squadra che non sta andando benissimo in campionato e nella quale ha segnato proprio il primo gol nel torneo, nella gara vinta con l’Orenburg per 3-2. In Russia vi gioca già da 3 anni, un’esperienza resa possibile dalla sua curiosità e dal motore di ricerca. L’ha spiegato lui stesso quando è terminato il rapporto con l’Inter, dove è rimasto una sola stagione: «Dopo la fine del prestito con l’Inter potevo tornare a vestire nerazzurro. Avevamo parlato anche con Conte ma poi per questioni credo anche economiche non si è fatto nulla. Ho parlato col Chelsea e mi hanno detto che c’era la pista Spartak Mosca. Sinceramente ho guardato su Google e mi sono informato sul club. Ho visto diversi video e ho scoperto che ha una grande storia. Quindi ho detto di sì. Ora sono felice. Dico sempre ai miei amici che lo Spartak Mosca è il Manchester United della Russia». Esattamente come i Red Devils, il club non sta vivendo il suo miglior periodo storico. Victor finora si è preso la soddisfazione giusto di una vittoria nella Coppa nazionale, ma se ha deciso di prolungare la sua permanenza evidentemente si trova bene al di là dei risultati ottenuti.

«Il fatto è che Moses non gioca a calcio, Moses vive per il calcio. Letteralmente e in tutti i sensi. Giocava a pallone il giorno in cui gli estremisti islamici entrarono a casa sua e uccisero il padre e la madre, entrambi cattolici. Non fosse stato per il calcio, sarebbe morto anche lui. E il calcio l’ha salvato ancora, dandogli la possibilità di una nuova vita in Inghilterra, dove è fuggito per cercare asilo politico e ha trovato una carriera da professionista. “Giocare mi aiuta ad annegare il dolore”, ha raccontato una volta. Semplicemente non può farne a meno»: Gabriele Lippi su esquire.com ha offerto una descrizione esaustiva del nigeriano, che recentemente è stato celebrato sul suo sito ufficiale dal suo primo club. Che ha chiesto ai suoi tifosi cosa facessero a 16 anni, quando si studia, oppure si inizia a lavorare o si gioca a calcio nel parco: «Victor Moses, stava facendo il suo debutto professionale nel Crystal Palace. Il 6 novembre del 2007, l’adolescente Victor è sceso in campo per la prima volta, sostituendo minuti John Bostock e ha iniziato così una carriera scintillante ai massimi livelli». Il ricordo parla di una «grande storia di resilienza e determinazione» e conclude così il racconto delle sue gesta future: «Non male per un ragazzo spinto dalla vita a sud di Londra a soli 11 anni»
Dopo il Crystal c’è stato il Wigan, la squadra dove è rimasto per più tempo consecutivamente (4 anni)

Ma è al Chelsea, e segnatamente con un allenatore italiano, che ha trovato la sua dimensione migliore, tanto da volerla poi ritrovare all’Inter.

Lo ha raccontato in una lunga confessione a The Nation: «Ho giocato sotto la guida di molti manager e ho apprezzato ognuno di questi. Il più importante è stato Antonio Conte. Al Chelsea è arrivato e ha cambiato tutto. È una persona eccezionale. Ad essere onesto ha cambiato il mio modo di giocare. Mi ha donato quello spirito combattivo per credere in me stesso e godermi il mio calcio allo stesso tempo. Con il Chelsea alla prima stagione abbiamo vinto la Premier League, la stagione successiva la FA Cup. Per me è stata una stagione straordinaria con Conte. Lo stimerò sempre per questo, è una persona magnifica. Non avevo mai giocato terzino. Quando il mister è arrivato, abbiamo parlato e da lì mi ha schierato in quel ruolo. È stato bello avere il sostegno del mister, che mi ha dato la sicurezza per giocare ed esprimermi ai miei livelli. Quindi entravo in campo per giocare solo per lui, i tifosi ed il club. E non l’ho deluso».

In Serie A Moses c’è stato solo di passaggio, per di più da gennaio 2020, quando è esploso il Covid. Nelle 12 presenze in nerazzurro in campionato, più altre 8 sparse nelle altre competizioni, c’è stata qualche gara da 7 in pagella (un Genoa-Inter 0-3 sopra ogni altra) e nessun passaggio a vuoto.