VOTI&STATS – Juve Napoli: Allegri vince tatticamente, Mazzarri non può fare miracoli
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VOTI&STATS – Juve Napoli: Allegri vince tatticamente, Mazzarri non può fare miracoli

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Massimiliano Allegri

La Juventus ha vinto il doppio dei contrasti, 16 a 8 e ha manifestato una maggiore brillantezza fisica. Ecco tutti i dati

Ognuno dei due allenatori ha le sue ragioni al termine di Juventus-Napoli. Allegri nel ritenere che «la Juve è una squadra umile che sa quali sono i propri limiti e su questo stiamo lavorando». Mazzarri nel sostenere che «i ragazzi hanno fatto una grande partita, hanno costretto la Juve nel secondo tempo nella propria area». I numeri maturati nell’incontro danno conforto a ognuna delle due valutazioni. La Juventus ha vinto il doppio dei contrasti, 16 a 8 e ha manifestato una maggiore brillantezza fisica, espressa non tanto sui chilometri percorsi (uno in più), bensì sui 30 scatti di differenza rispetto all’avversario. Dal canto suo, il Napoli ha fatto la partita, come si dice in gergo: 66% di possesso palla; un baricentro alto rispetto a quello molto basso dei bianconeri (ben 9 metri in più); un netto predominio territoriale (58% a 42); tantissimi cross (22 a 10), un dato ancor più beffardo tenendo conto che proprio da un traversone di Cambiaso è nata la rete che ha deciso la partita.
Qual è la valutazione dell’operato dei due allenatori? Prendendo come campioni La Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera è interessante notare le divergenze di giudizi e voti.

MASSIMILIANO ALLEGRI – Per il quotidiano sportivo merita un 7 pieno: «Vince il match tattico, consegnando Kvara a Gatti, affidando la fascia decisiva a Cambiaso e modellando la Juve sempre più sua. Così è, se vi pare». Meno entusiasta la testata generalista, che gli attribuisce mezzo voto in meno: «Gli basta un solo gol, ed è un segnale di forza di una squadra che non domina ma neanche subisce».
WALTER MAZZARRI – Parti capovolte nel suo caso. La Gazzetta lo boccia con il 5,5: «Non si possono pretendere miracoli in tre partite. Ora però c’è da inventarsi qualcosa, perché il filo del discorso spallettiano sembra ormai perso». Il Corriere lo eleva invece alla sufficienza: «Tatticamente non sbaglia una mossa. Gli errori sono individuali e si mangia le mani. Di più a lui ora è difficile chiedere».