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Zamparini – Palermo: l’amaro tramonto in un binomio vincente

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Zamparini – Palermo, una storia che volge ormai alla conclusione, ma che è stata ricca anche di soddisfazioni per il calcio italiano: ecco le tappe di un cammino che ha portato ad un epilogo amaro…

La storia tra Maurizio Zamparini ed il Palermo, un appassionante romanzo lungo quindici capitoli, è una lunga lista di nomi. Secondo i suoi detrattori, quella dei tanti tecnici che il presidente mangia-allenatori per antonomasia ha divorato negli anni: dal Glerean del rivoluzionario 4-2-4 fino a Guidolin, passando per Zenga e Sannino, fino a Ballardini, De Zerbi, Corini e Lopez solo nella stagione in corso. Una sorta di filastrocca, nemmeno fosse il “Zoff, Cabrini, Scirea” delle notti del Mundial. In quindici anni, la bellezza di 28 tecnici che si sono avvicendati tra loro 36 volte. Ma la lista di nomi della gestione Zamparini a Palermo è anche e soprattutto quella che, schieramento tattico ideale alla mano, comincia con Barzagli e finisce con Cavani. Passando per Vazquez e Pastore, fino ad arrivare a Dybala. Un grappolo di acerbi talenti trasformati in fuoriclasse di statura mondiale, attraverso investimenti mirati che hanno portato il sodalizio siciliano al massimo splendore. Lo dicono i tre quinti posti in campionato centrati a metà anni Duemila, lo confermano gli ottavi di finale dell’allora Coppa Uefa nel 2005/2006. Un’epopea a tinte rosanero che proprio in questi giorni sta vivendo il suo amaro tramonto. Con un presidente ormai avvelenato, una piazza scorata ed una squadra con un piede in Serie B. «E’ Palermo che non mi vuole più – le parole con cui Zamparini ha ufficializzato il suo passo indietro – . E non mi aspetto nemmeno un “grazie”, perché questa città non è capace di dirlo». Non ora, forse. Non all’apice di un circolo vizioso che ha logorato il rapporto tra le parti. Ma tra qualche anno, quando il tempo – da galantuomo – avrà reso merito all’uomo capace di portare il Palermo ai vertici del calcio nazionale, sicuramente sì.