Cole: «Voglio vincere lo scudetto. Totti? Una divinità» - Calcio News 24
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2014

Cole: «Voglio vincere lo scudetto. Totti? Una divinità»

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Le parole del terzino inglese sulla sua nuova avventura giallorossa.

ROMA COLE – Intervenuto sul canale ufficiale della Roma su Youtube, Ashley Cole ha parlato della scelta di lasciare l’Inghilterra per indossare la maglia giallorossa: «Perché la Roma? Per le ambizioni che ha, è un grande club. L’anno scorso è arrivata seconda. Ho parlato con il mister, che mi ha manifestato l’ambizione e la voglia di vincere. Voglio contribuire alla vittoria dello scudetto. Ho ricevuto offerte da squadre minori, anche dagli Stati Uniti, ma non avevo ancora intenzione di sdraiarmi su una spiaggia. Sono venuto qui per vincere: ho vinto molto in carriera e non voglio fermarmi. Ho 33 anni, è vero, sto invecchiando, ma ho la voglia, il fuoco e la determinazione per vincere», ha dichiarato l’ex difensore del Chelsea.

PASSIONE E SIMBOLI – Cole ha parlato poi della passione dei tifosi della Roma e del loro simbolo, capitan Francesco Totti: «L’ho percepita sin dal mio arrivo, c’erano molti tifosi quando sono arrivato. Cantano e ci incoraggiano, nel primo allenamento sentivo i loro cori. Mi era stato detto della loro passione, non vedo l’ora di viverla. Ho ancora voglio di provare queste emozioni, spero di contribuire a vincere qualcosa di speciale con questo club. Ho dovuto sempre lottare per un posto, ho sempre avuto questa mentalità vincente ed ho avuto la fortuna di vincere, forse per paura di perdere, perché odio perdere. Totti? L’ho affrontato da avversario diverse volte, la prima a 19-20 anni. Era straordinario, qui è una divinità. Lui e la Roma si identificano l’uno con l’altro, magari un giorno faremo una bella chiacchierata, anche se sono un po’ timido. L’obiettivo è vincere. Se non dovessimo farcela sarebbe una delusione, possiamo farcela».

LE COPERTINE – Infine, il terzino ha voluto far chiarezza sul rapporto complicato con la stampa inglese: «Non credo di essere quello che la gente pensa. La mia famiglia dice che sono un ragazzo gentile, certo ho commesso degli errori e tendo a stare per conto mio, poi il rapporto con la stampa in Inghilterra è difficile e questo è uno dei motivi per cui sono qui. Mi hanno dipinto come un mercenario, come una brutta persona, ma sono l’esatto opposto».