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2015

Devastazione inglese

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Premier League shock: tutte le inglesi fuori da Champions ed Europa League, è un fallimento che costa

Non c’è traccia di Premier League nelle ultime sedici squadre protagoniste dei quarti di finale di Champions ed Europa League: un disastro che non accadeva dal lontano 1993, ventidue anni in cui al calcio inglese va dato l’enorme merito di aver saputo ristrutturarsi, sferrare un calcione ai suoi proverbiali problemi e ripresentarsi al mondo del pallone come un modello benchmark da seguire. Da inseguire.

IL FALLIMENTO – Partiamo dalla Champions League: Liverpool addirittura già fuori al girone eliminatorio e poi clamorosamente eliminato ai sedicesimi di finale d’Europa League dal Besiktas ai calci di rigore, Chelsea, Manchester City ed Arsenal escluse agli ottavi. Gli uomini di Mourinho dominati dal Paris Saint Germain in situazione di superiorità numerica, la banda Wenger che ne incassa tre dal modesto Monaco nel suo Emirates Stadium e gli attuali campioni d’Inghilterra che altro non possono fare se non applaudire all’esibizione d’arte varia del Barcellona dei marziani. E non è affatto andata meglio in Europa League: Hull City addirittura estromesso al playoff dai belgi del Lokeren, Tottenham ai sedicesimi quando un po’ tutti lo volevano frettolosamente favorito contro la nostra Fiorentina, Everton clamorosamente umiliato agli ottavi in terra ucraina dalla Dinamo Kiev.

IL RANKING – Conseguenza immediata è un ranking a pezzi, valutiamo gli aggregati in essere: Spagna 96.142, Inghilterra 80.391, Germania 78.558, Italia 67.676. Il sorpasso della Germania è praticamente certo già nel corso di questa stagione – effetto traino del Bayern Monaco, ancora in corsa anche il Wolfsburg – ma occhio alla situazione in avvio della prossima annata calcistica: il ranking Uefa per Paese prende in considerazione gli ultimi cinque anni e dunque ci sarà da scartare la stagione 2010-11. Lì dove l’Inghilterra ha totalizzato ben 6.8 punti in più dell’Italia: che dunque, senza giocare, va di fatto a dimezzare l’attuale svantaggio. Ulteriormente riducibile dalle eventuali prestazioni di Juventus, Fiorentina e Napoli nella fase finale delle due coppe: terzo posto del ranking nel mirino, per intenderci. E terzo posto sta a significare recupero della tanto ambita e fondamentale quarta piazza Champions.

LE CAUSE – Ne sono state avanzate diverse ma sono di doppio ordine quelle che convincono più delle altre: innanzitutto il livello della competizione interna. La Premier League, rispetto agli standard degli altri Paesi, risulta enormemente più contesa nella prima metà della classifica: dove in effetti risiedono tante squadre di un certo valore – sportivo ed economico – per cui avere la meglio in patria comporta un certo sforzo. Amplificato dagli impegni ravvicinati imposti dalla presenza di due coppe nazionali, nulla del quale vissuto come un obiettivo di secondo piano. E’ diversa la situazione negli altri principali Paesi, dove ad esempio, salvo rari casi, Juventus, Bayern Monaco, Real Madrid e Barcellona gestiscono lo strapotere tecnico rispetto alla concorrenza ed arrivano probabilmente meno boccheggianti nella fase chiave della stagione. L’altra motivazione inerisce ai singoli: le squadre inglesi sono senza dubbio ottimamente strutturate ma nel confronto a determinati livelli mancano del campione che cambia il corso della gara. I vari Hazard, Diego Costa, Silva, Aguero, Ramsey, Ozil non vantano dello status quo che spetta ai Messi, Ronaldo, Neymar, Bale, Robben, Gotze e… Tevez. Sì, proprio lui. Intanto è fallimento: l’Europa, oggi, guarda altrove.