Sassuolo: perché questo può essere l'anno di De Zerbi
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Sassuolo: perché questo può essere l’anno di De Zerbi

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Dopo due anni di crescita, quest’anno il Sassuolo di De Zerbi può fare il salto di qualità. Si tratta di un tecnico che ha bisogno di tempo

La principale differenza i club di Serie A e quelli esteri è probabilmente nella progettualità. Fuori dall’Italia, le società sono in grado di lavorare e pianificare bene pensando al medio-lungo periodo: qualche difficoltà iniziale non fa naufragare l’intero progetto. Al contrario, in Serie A si pensa di più all’immediato e si vive alla giornata, senza orizzonti temporali troppo ampi. Basti pensare al modo in cui vengono fatti i mercati, con i DS che valutano soprattutto la singola occasione piuttosto che non una funzionalità tattica più ampia.

Per fortuna, negli ultimissimi anni sembra essere un po’ cambiata la tendenza. Basti pensare alla Lazio e all’Atalanta dello scorso anno, forse i club che hanno ottenuto i risultati migliori in rapporto alla rosa a disposizione: entrambe erano con lo stesso allenatore dal 2016, tecnico che al quarto anno ha raggiunto picchi di rendimento difficili da ipotizzare in precedenza. Insomma, ci vuole tempo prima che una squadra raggiunga la massima efficacia.

Proprio alla luce di questo, sarà interessante valutare la stagione del Sassuolo di De Zerbi. In questi anni, il tecnico bresciano si è contraddistinto per una delle proposte tattiche più interessanti del calcio italiano. Fin dalle categorie inferiori in cui è partito (celebre il suo Foggia), De Zerbi ha cercato di introdurre un calcio di posizione piuttosto ortodosso, di chiara ispirazione “guardiolista”. Ed erano stagioni in cui anche in Serie A tendenzialmente si giocava un calcio piuttosto reattivo e poco coraggioso (ora per fortuna la situazione sta cambiando, gli allenatori sono in media più propositivi).

Dopo un ottimo avvio sulla panchina neroverde (la prima partita in assoluto fu un 1-0 contro l’Inter di Spalletti), il Sassuolo di De Zerbi si è contraddistinto per tanta discontinuità. Non riusciva a fare con profitto il calcio ambizioso che aveva in mente il proprio allenatore. Spiccava in particolare per enormi difficoltà a palla persa, soffriva parecchio nelle transizioni difensive. Inoltre, era una squadra poco solida nei pressi della propria area di rigore, difetti che sono costati sconfitte sanguinose.

Qualcosa è però cambiato nel post lockdown, dove il Sassuolo ha inanellato una serie di prestazioni convincenti che lo ha fatto chiudere all’ottavo posto. Il 4-2-3-1, ormai modulo fisso di De Zerbi, sembra essere la veste migliore per la squadra. Il doppio mediano dà equilibrio in entrambe le fasi, mentre l’intesa tra ali (Boga e Berardi) e i terzini genera tanta imprevedibilità alla squadra. Inoltre, Caputo è eccezionale nel creare spazi che i compagni vanno poi ad attaccare.

Insomma, è una squadra che ha molte più certezze tecniche rispetto a prima, proprio perché sta dando continuità agli stessi principi e giocatori. Il calcio posizionale del Sassuolo è estremamente fluido, con De Zerbi che a seconda del contesto studia scaglionamenti diversi: come dicono molti addetti ai lavori di oggi, non è più corretto parlare di ruoli, bensì di funzioni.

Uno dei molti esempi si può vedere nella slide sopra. Per superare il pressing del Napoli, mediano e terzino si scambiano di posizione. Locatelli si defila a sinistra, mentre Rogerio stringe tra le linee diventando praticamente trequartista. In tal modo, il Sassuolo riesce più volte a trovare l’uomo libero alle spalle del centrocampo avversario. In ogni gara degli emiliani si vedono rotazioni di questi tipo, che sono molto difficili da leggere per i rivali.

Insomma, dopo un iniziale periodo di crescita e assestamento, questo può essere l’anno in cui il calcio del Sassuolo si consacra e raggiunge la sua massima efficacia: questi sono i benefici del lavorare per più tempo con lo stesso roster (senza dimenticare gli importanti innesti di questa sessione di mercato).

Purtroppo per De Zerbi e gli altri allenatori delle medio-piccole, questo sembra un campionato polarizzato: le prime 7 hanno un vantaggio tecnico ed economico importante nei confronti della concorrenza. Difficilmente qualcuno cannerà malamente la stagione, di conseguenza sarà complicato inserirsi in corsa per il settimo posto. In ogni caso, il Sassuolo ha tutte le carte in regola per fare una stagione di livello. Dopo le prime 7, i neroverdi sembrano la compagine con più certezze tecniche.