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La parentesi di Alessio Cerci all’Atalanta dopo aver figurato a Pisa: troppo giovane e acerbo per Gigi Delneri
La parentesi di Alessio Cerci all’Atalanta: da jolly nerazzurro a Pisa ad essere con Delneri ne carne ne pesce
Atalanta-Pisa non è esente da ex nerazzurri, soprattutto quelli che a Bergamo sognavano un posto al sole per poi ritrovarsi in una breve parentesi senza successo: uno su tutti è Alessio Cerci.
Ala offensiva classe 1987, Alessio Cerci arriva a Bergamo nell’estate del 2008 con oltre 10 goal sotto la Torre di Pisa (Serie B) e un talento che all’Atalanta poteva sbocciare: figuriamoci poi se il tecnico è un mister offensivo come Gigi Delneri che con le ali ci andava a nozze.
Tuttavia l’attaccante fa molta fatica ad ambientarsi e seppur il talento sia presente, la mancanza di sacrificio non giova ne a lui ne alla squadra: nel mezzo una critica che ovviamente non ci va leggera, anzi, tende a rimarcare ciò nel momento in cui Cerci viene tirato in causa nella ripresa per smuovere gli equilibri. In aggiunta gli infortuni al menisco e al ginocchio rendono il percorso molto più difficile.
Parlando di campo Cerci gioca una media di 20/30 minuti a gara dimostrandosi ne carne ne pesce: troppo offensivo per fare l’esterno di centrocampo, ancora acerbo davanti per rompere gli indugi in un blocco dove in pianta stabile c’erano Floccari e Doni (troppo totem per mandarli in panchina).
Viene addirittura mandato in Primavera per carburare dove segna contro il Ravenna, ma è una goccia nell’Oceano. Dopo un anno lascerà l’Atalanta con 14 presenze e 0 reti, per poi sbloccarsi definitivamente con la maglia del Torino nel 2013, segnando anche contro la Dea in quelache occasione.
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